Il desiderio di Jacques Casta, sindaco di Piedicroce eletto due anni fa, sarebbe quello di far sviluppare il suo paese. Ma il compito non è per niente facile. Ac. Anche quando si tratta semplicemente di mantenere la scuola aperta, perché non è scontato che ci sia il numero minimo di bambini necessario.
E non è facile neppure attirare nuove famiglie in paese: i prezzi dell’acqua e degli affitti sono troppo alti, manca l’accesso ad Internet. E la vedono così anche molti altri sindaci di “paisoli” rurali, che si sono riuniti nel municipio di Folelli per trovare una soluzione. E l’idea è stata quella di fondare un’associazione, “L’association des maires du rural de Corse”.
L’associazione lavora su quattro principali filoni: la legge “NOTRe”, la digitalizzazione, l’urbanizzazione e la collettività unica. I paesi rappresentati sono ben 48. Il 2 luglio hanno eletto presidente Pierre Simeon de Buochberg. Anch’egli è convinto che si debbano fornire ai sindaci di questi paesini i messi per mantenere gli abitanti sul luogo, e se possibile di attirare nuove persone. Riunirsi consentirà loro di poter parlare con una voce sola.
Per il sindaco di Sisco, Ange-Pierre Vivoni, che non è neppure membro dell’associazione, vuole condividere la sua esperienza di ex presidente dell’associazione dei sindaci del Cismonte e non può che condividere le rivendicazioni e i metodi di lavoro stabiliti. Ricordiamo che in Corsica il 60% dei comuni conta meno di 200 abitanti.
I sindaci dei 48 comuni vogliono battersi per la rivitalizzazione dell’entroterra còrso, che è anche una delle priorità della CTC a guida Nazionalista.
Qui sotto potete vedere il servizio sull’argomento (in lingua còrsa con alcune risposte in francese) di France 3 Corse Via Stella:
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Fonte: FR3 Corse ViaStella – Foto copertina: Panoramio
Stesso problema, nei paesi dell’interno, in Sardegna.
Ma la soluzione è solo una ,la più difficile;dare Servizi a questi paesi in modo da renderli attraenti,vivibili e al passo con i tempi , quindi : vie di comunicazione degne,scuole,uffici postali,strutture per il tempo libero,la cultura,lo sport….e cosi via.
Servizi da distribuire in aree formate da consorzi di comuni (in modo da dividere oneri e onori).Mi sembra che l’iniziativa citata dall’articolo, miri proprio a questo.
L’unione fa la forza……ma è la politica ad avere l’ultima parola.