Per difendere i piccoli villaggi, i sindaci si riuniscono in un’associazione

By Redazione Lug 5, 2016

Il desiderio di Jacques Casta, sindaco di Piedicroce eletto due anni fa, sarebbe quello di far sviluppare il suo paese. Ma il compito non è per niente facile. Ac. Anche quando si tratta semplicemente di mantenere la scuola aperta, perché non è scontato che ci sia il numero minimo di bambini necessario.

E non è facile neppure attirare nuove famiglie in paese: i prezzi dell’acqua e degli affitti sono troppo alti, manca l’accesso ad Internet. E la vedono così anche molti altri sindaci di “paisoli” rurali, che si sono riuniti nel municipio di Folelli per trovare una soluzione. E l’idea è stata quella di fondare un’associazione, “L’association des maires du rural de Corse”.

L’associazione lavora su quattro principali filoni: la legge “NOTRe”, la digitalizzazione, l’urbanizzazione e la collettività unica. I paesi rappresentati sono ben 48. Il 2 luglio hanno eletto presidente Pierre Simeon de Buochberg. Anch’egli è convinto che si debbano fornire ai sindaci di questi paesini i messi per mantenere gli abitanti sul luogo, e se possibile di attirare nuove persone. Riunirsi consentirà loro di poter parlare con una voce sola.

Per il sindaco di Sisco, Ange-Pierre Vivoni, che non è neppure membro dell’associazione, vuole condividere la sua esperienza di ex presidente dell’associazione dei sindaci del Cismonte e non può che condividere le rivendicazioni e i metodi di lavoro stabiliti. Ricordiamo che in Corsica il 60% dei comuni conta meno di 200 abitanti.

I sindaci dei 48 comuni vogliono battersi per la rivitalizzazione dell’entroterra còrso, che è anche una delle priorità della CTC a guida Nazionalista.

Qui sotto potete vedere il servizio sull’argomento (in lingua còrsa con alcune risposte in francese) di France 3 Corse Via Stella:


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Fonte: FR3 Corse ViaStella – Foto copertina: Panoramio

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One thought on “Per difendere i piccoli villaggi, i sindaci si riuniscono in un’associazione”
  1. Stesso problema, nei paesi dell’interno, in Sardegna.
    Ma la soluzione è solo una ,la più difficile;dare Servizi a questi paesi in modo da renderli attraenti,vivibili e al passo con i tempi , quindi : vie di comunicazione degne,scuole,uffici postali,strutture per il tempo libero,la cultura,lo sport….e cosi via.
    Servizi da distribuire in aree formate da consorzi di comuni (in modo da dividere oneri e onori).Mi sembra che l’iniziativa citata dall’articolo, miri proprio a questo.
    L’unione fa la forza……ma è la politica ad avere l’ultima parola.

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