Da tre settimane, la protesta contro il progetto di riforma delle pensioni del governo francese non si è indebolita. E se vediamo meno persone nelle manifestazioni, non significa che la gente si stia stancando. Questa strategia di successione di manifestazioni è stata voluta volontariamente dai sindacati in modo che coloro che rifiutano il progetto possano scegliere la loro giornata. E poi il conteggio non viene fatto solo a Parigi, ma anche con la provincia e nelle città di medie dimensioni dove ci sono molte manifestazioni.
La Corsica ne è un esempio, poiché ogni giorno di azione lancia migliaia di manifestanti nelle strade. Il pensionamento è ovviamente più una ricetta che l’autonomia desiderata dai nazionalisti. A livello politico, la tendenza è anche verso il rifiuto. La sinistra è contraria, anche l’estrema destra e i repubblicani (destra) sono misti. Alla fine, solo i partiti di maggioranza approvano pienamente la riforma. Sorge quindi la domanda: possiamo avere ragione contro tutti?
L’opposizione, non esita a ricordare che nel 2019 lo stesso Macron si dichiarò ferocemente contrario al pensionamento a 64 anni, e il ministro del Lavoro che all’epoca era socialista si batteva per mantenere la pensione a 62 anni. Come possiamo comprendere questo cambiamento radicale? In politica non si dovrebbe mai dubitare di nulla. Alcuni ieri erano rossi e oggi sono bianchi seguendo il filo dei loro interessi personali, le loro convinzioni poggiano solo su quello. Ma ieri come oggi non credono nella loro scelta. Se il vento liberale portato da Macron e che soffia dalla bocca dei giganti della finanza internazionale dice 64, Macron e il suo entourage diranno lo stesso, e se per qualche miracolo dice 62, cambieranno il cappello. Questa è la vera ragione!
Emmanuel Macron non potrà più candidarsi alla presidenza della repubblica nel 2027. La costituzione lo vieta. Finalmente non ha nulla da perdere oggi, e se il sito non è finito altri se ne prenderanno cura. Avrà mostrato ai “soffiatori” liberali la sua lealtà e intasca, forse, alcuni profitti. Dopo la presidenza la vita va avanti e bisogna vivere bene. Quindi una cattedra in un consiglio di amministrazione, o una poltrona in una potente organizzazione economica perché no?
La politica continuerà anche senza Macron. Le pensioni avranno sicuramente avuto un risultato positivo in questo senso. Il progetto pensionistico sarà riuscito a unire i sindacati mentre Macron, che li aveva emarginati, darà loro una nuova vita e una nuova importante forza sociale. I partiti di opposizione, e la sinistra in particolare, nonostante le sue differenze, stanno riacquistando forza e si stanno assestando in una possibile logica di potere. Infine, il peggio che potrebbe accadere al presidente Macron è che il progetto pensionistico venga adottato. Potrebbe essere l’inizio della fine della suo percorso politico e del suo progetto.
Petru Luigi Alessandri
Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.