Andiamo a fare una passeggiata nell’Alto Fiumorbo…

Se vuoi scoprire i villaggi dell’alto Fiumorbo, devi lasciare la pianura e prendere la strada della montagna..

Vieni con me e andiamo a passeggiare !

Una torre all‘uscita di un passo stretto e incassato ti dirà che entri nel Fiumorbo…può sembrare un’antica porta monumentale ma non è che un vecchio forno da calce del XIX esimo secolo : u Furnò.

U Furnò

Sopra è Pietrapola con le sue terme d’acque calde e sulfuree: si può scoprire la vasca dell’imperatrice Eugenie, la moglie di Napoleone III.

Nel centro si vede la Casa Quadrata (chiamata anche L’Accintu) costruita dal comandante Laurelli alla metà del XIX esimo secolo come quasi tutte le grandi case del villaggio.

A pochi passi, il bandito Colombani fu ucciso dal bandito Achilli giacché fino all’inizio del XXesimo il Fiumorbo era famoso per i suoi banditi.

Sorpassa Piazzili e gira a destra verso I Prunelli.

Su questa strada tortuosa il sacerdote Sarafinu aveva appostato le donne con armi rubate alla gendarmeria del villagio, con grosse pietre e fascini di erica infiammati che avevano messo in rotta l’armata francese del commandante Rivières durante la guerra del Fiumorbo nel 1816.

Da Prunelli si vede tutta la costa fino al faro di Alistro. Una panorama mozzafiato.

Potrai visitare il Museo di etnografia Mnemosina, e scoprirai com’era la vita in Fiumorbo un secolo fa.

Il villaggio di Prunelli di Fiumorbu

Il Museo Mnémosina di Prunelli Di Fiumorbu

Arriverai a Isolaccio. Bisogna visitare la cappella di Santa Lucia eretta nel 1100 in mezzo al cimitero e la cappella di San Rocco il Vecchio dove nel 1808 il generale Morand fece incatenare e deportare nelle prigioni di Embrun tutti gli uomini. Nessuno tornò a casa. Un monumento ricorda questo dramma.

La cappella di Santa Lucia e la cappella di San Rocco

 

Scenderai poi a San Gavino che si scopre dall’alto come un gioiello nello scrigno del castagneto e alla confluenza di due fiumi.

San Gavino con i suoi mulini, i suoi vecchi forni e le sue case strette intorno al misterioso campanile di pietra. Nella chiesa tutta affrescata potrai vedere la croce del “catenaccio “ e una piccola cappella con tre meravigliosi quadri che raccontano la vita della Madonna.

L’interno della chiesa di Sangavino Di Fiumorbo con i quadri che raccontano la vita della Vergine che si vedono sulle pareti della cappella.

La chiesa di San Gavino Di Fiumorbo

La croce del catenacciu

Molti sentieri partono verso la montagna: e arrivano alla Bocca di Laparò, alla Punta di a Furmicula, alla cappella di Sant’Antonio … antichi sentieri conosciuti dai pastori, i pellegrini e oggi dagli escursionisti del GR20. Potrai scoprire ovili oggi abbandonati e testimoni della transumanza passata dell’estate.

La punta della Furmicula e la cappella di Sant’Antone di Saradda

La strada porta poi ad Ania. Si può fare il bagno nel fiume Abbatesco prima di salire verso il villaggio.

Il fiume l’Abatesco

Ania, con il luogo detto “u castellu” : su questo sito occupato prima del medioevo c’è la grotta di Circinello, quel sacerdote di Guagno che dopo la sconfitta di Ponte Nuovo ci si rifugiò e ci morì.

La grotta di Circinello

In fondo al paese, nel cimitero c’è una piccola cappella dove si vedono ancora alcuni affreschi .

Prima di ripartire salirai fino a Serra, vero balcone soleggiato,aperto sulla costa sud con la base militare 126 e Solenzara in lontananza.

Il villaggio di Serra di Fiumorbo

Farai mille altre scoperte durante la tua passeggiata. Il Fiumorbo, te lo posso assicurare, ti sorprenderà e ti meraviglierà sempre.

Vorrei ringraziare mio zio per avermi dato informazioni rispetto ai differenti villaggi del Fiumorbo e per avermi fatto parvenire il “Lamentu di Duminicheddu”.

Voceru di Duminicheddu da sua moglie

 

Era eiu la minora

di la nostra famigliola,

ùn m’hanu mandata a li capri

m’hanu mandata a la scola,

O ma tu  mio Dume

m’hai fattu  machjaghjola….

 

Fussi falata la piena

Da l’altu di si muntagni,

si fussi cansata tutta 

avessi paratu li Bagni

E po’ avè lasciatu a te

O Dume li mio macagni.

 

Quand’eddi la sintaranu

li mio surelle  in l’Aghjola

Pigliaranu la terzetta,

lu fucili é la pistola,

Diciaranu ahimè surella

ci hai mandatu à la malora.

Per quanto riguarda la sitografia, conoscevo già i villaggi per averli visitati cento volte.

Foto dell’articolo :

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M3C Università di Corsica

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Livia Maria Bartoli

Ha 24 anni ed è studentessa all'Università di Corte al terzo anno di Licenza di Lingue Straniere Inglese-Italiano.

By Livia Maria Bartoli

Ha 24 anni ed è studentessa all'Università di Corte al terzo anno di Licenza di Lingue Straniere Inglese-Italiano.

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