Passeggiamo alla scoperta degli Orii di Munacia d’Auddè

Il Sud della nostra isola ha qualcosa di speciale, anche per quelli che come me sono irriducibili “cismontinchi”. Dico che il Sud è speciale ma non voglio riferirmi al mare, sebbene così bello che non ti dà la voglia di viaggiare. Non vorrei lasciarlo. Neppure vado a scrivere righe interminabili su quanto è sempre affascinante Bonifacio dopo la centesima visita. Per me e, credo, per tutti i còrsi, il Sud è speciale perché ospita il luogo di nascita del nostro popolo. Allora quando si gira come oggi verso Munacia d’Auddè, intorno a questi strani e affascinanti “Orii”, si mischiano storia e natura per un’esperienza che colpisce l’anima. A noi còrsi e a tutti quelli chi l’amano.

Tra storia e natura

I luoghi testimoni del passato còrso sono numerosi nella parte Sud dell’isola. Più specificamente all’estremo Sud, grossomodo nel triangolo Propriano, Porto-Vecchio, Bonifacio. Una delle zone dove la pietra è maggiormente granitica e dà alla natura come alle costruzioni un aspetto dolce e luminoso, sempre incantevole per quelli come me che sono nati e cresciuti circondati di scisto e sempre sotto l’ombra di qualche montagna. In quelli luoghi aridi del Sud s’è fatta la storia dei primi còrsi, che ci hanno lasciato lì testimoni ormai ben conosciuto (Filitosa, Cucuruzzu) e tra cui possiamo ritrovare gli Orii nel paese di Munacia d’Auddè.

Il granito, il lento lavoro della natura, l’erosione che apre poco a poco una cavità che la gente chiameranno più tardi “tafoni” (che significa buco in lingua còrsa): nascono sti posti sorprendente che vengono usate già nel era Mesolitica, circa 5500 AD nella regione di Munacia d’Auddè. Col tempo, gli abitanti ne faranno abitazione, rifugi, riserve agricole e anche sepolture. Gli Orii sono diversi nel loro usi, alcuno somiglia veramente a un altro.  Migliorando la sua capacità a adattare suo sapere con le opportunità che gli offre la natura, il còrso di allora veste alcuni di questi tafoni per creare, in alcuni casi, una facciata di casa che non dispiacerebbe a Bilbo Lo Hobbit.

Per questo, per tutta la diversità che esiste con gli Orii di Corsica, vi raccomando di dare un’occhiata a quelli di Munacia d’Auddè. Si può osservare lì diversi Orii, dai più minimalisti a quelli che hanno avuto una utilità poco tempo fa. Tutte le epoche coesistono in un insieme di una rara omogeneità. Il lavoro dell’associazione locale, della comuna, di tutti gli appassionati ed esperti della preistoria ha permesso di mantenere il sito in buone condizioni e di continuare a esplorare questo pezzo importante della storia còrsa.

Raggiungere il sito

Situato più o meno a mezzo percorso tra Sartene e Bonifacio, il paese di Munacia d’Auddè si raggiunge seguitando la T40 (strada Bonifacio-Ajaccio), poi la D50 o la D150 per un paio di minuti.

Gli Orii di Munacia d’Auddè si possono scoprire percorrendo un piccolo sentiero, assai pulito e facile (anche per i bambini). Il percorso inizia all’entrata del villaggio, lato Ovest (strada D50), si trova precisamente con Google Mappe (clicca qui). La passeggiata è breve ma offre oltre agli Orii testimoni dell’attività agricola passata e, semplicemente, un’atmosfera improntata di serenità.

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

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