Navi da crociera, catalizzatore della rabbia che sta crescendo verso il turismo di massa

Non si vede niente più che un fumo intenso nel cielo, si sente di continuo il rumore dei motori, arrivano migliaia di crocieristi nella città imperiale senza che sia chiaro l’esistenza di un impatto economico reale. Per non parlare della cosa la più importante: i sospetti danni sull’ambiente. Ecco, in sintesi, il pensiero di una parte degli aiaccini, stanchi di vedere loro città assaltata quest’anno da centinaia di navi da crociera.

Tra i più virulenti in questa opposizione ad un modello economico giudicato pessimo e soprattutto pericoloso in termine di ambiante, il partito Core in Fronte ha aggiunto alla parola gli atti. Lo scorso sabato, un gruppo di militanti ha bloccato l’accesso al porto di Ajaccio ad una nuova nave da crociera. Nel frattempo, altri militanti hanno proseguito, come lo fanno da settimane, con la distribuzione di cartellini informativi sul nonsenso che rappresenta quel tipo di turismo in Corsica. “Battelli giganti basta!”, si poteva leggere. Per un paio di ore, i crocieristi hanno dovuto aspettare e guardare da lontano quella città stanca.

Tuttavia, la caccia alle navi giganti non è finita con quell’azione di Core in Fronte. Da alcuni giorni è stata lanciata una petizione per vietare le navi da crociera ad Ajaccio. Pura e semplice. Parallelamente, l’associazione per l’ambiante “La Garde” invita la popolazione ad un raduno ad Ajaccio mercoledì 13 luglio. Sostenuta da un’altra associazione, U Levante, intende denunciare l’eresia e soprattutto il pericolo ambientale e sanitario che rappresenta “l’invasione giornaliera” di navi enormi nella città imperiale.

Ajaccio oggi è simbolo di un’isola in piedi davanti un tipo di turismo che nel 2022 magari non dovrebbe ancora esistere a quel livello. Sono ancora calde le spoglie del “risveglio umano” nato durante la crisi Covid, ma vengono già calpestate.

All’ora dello sviluppo sostenibile, della chiamata di alcuni scienziati alla necessità di invertire la corsa al consumismo, vedere la Corsica affondare in questo tipo di turismo sembra anacronistico. Bisogna pensare ad un turismo (davvero) sostenibile, giusto, gestito in adeguatezza con le aspirazioni della popolazione: ecco a cosa ci invitano a pensare gli eventi in corso ad Ajaccio.

Durante decenni la Corsica si è goduta l’immagine di un’isola preservata, dove la natura era ancora bella, selvatica, grandiosa nella sua forma originale. Il (relativo) rispetto della popolazione invitava i visitatori ad osservare lo stesso comportamento. A partire da questo punto che ci dava un grande vantaggio rispetto ad una gran parte degli altri posti famosi del Mediterraneo, avevamo potuto anticipare il turismo che deve diventare la norma nei prossimi anni: gestito con cautela, rispettoso della natura, positivo per quello che venga e per quello che lo sta ospitando.

Il turismo in Corsica oggi forse non va purtroppo in quella direzione, ma non è troppo tardi. L’azione simbolica dei militanti di Core in Fronte e delle associazioni La Garde e U Levente ce lo rammenta: bisogna agire, senza indugio.

Fonti: Core in Fronte, Corse-Matin

Immagina di copertina: Bo Randstedt su Wikimedia Commons

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

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