In seguito agli incontri ufficiali tra Corsica e Sardegna, e in particolare quello del 12 marzo a Bonifacio, Jean-Guy Talamoni, presidente dell’Assemblea di Corsica, accompagnato da una delegazione dell’esecutivo, i capigruppo e i presidenti delle commissini dell’assemblea, si recherà oggi in Sardegna su invito di Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio Regionale sardo.
Questo solenne incontro avviene dunque il 28 aprile 2016, data della festa nazionale sarda, e ha per oggetto la creazione del “Consiglio permanente Corso-Sardo”.
Esso si occuperà dei maggiori temi comuni alle due isole sorelle, come la costruzione di una nuova macro-regione europea, l’economia, i trasporti, l’energia, l’ambinete, le politiche culturali e linguistiche. Il consiglio sarà composto dasi rispettivi presidenti e da quelli dei gruppi politici delle due assemblee. Ogni semestre il cosniglio farà un resoconto per aggiornare il pubblico sui progressi nei vari temi.
Esso si occuperà dei maggiori temi comuni alle due isole sorelle, come la costruzione di una nuova macro-regione europea, l’economia, i trasporti, l’energia, l’ambinete, le politiche culturali e linguistiche. Il consiglio sarà composto dasi rispettivi presidenti e da quelli dei gruppi politici delle due assemblee. Ogni semestre il cosniglio farà un resoconto per aggiornare il pubblico sui progressi nei vari temi.
La dichiarazione che formaizza la creazione del consiglio verrà sottoposta al voto dei consiglieri sardi dopo l’intervento in aula di Jean-Guy Talamoni e dei capigruppo.
La data scelta per questa riunione a Cagliari, come detto, non è casuale: il 28 aprile, festa nazionale sarda, si commemora l’insurrezione popolare del 1794 contro i piemontesi, quando il vice-re fu cacciato. Questo atto testimonia la volontà di autogoverno del popolo e simbolizza oggi l’idea di un’emancipazione comune con la Corsica, all’interno di un’euroregione mediterranea.
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Fonte: CTC
Guillaume Bereni
Festa nazionale Sarda per un episodio storico pressoché irrilevante e del quale buona parte dei sardi non sa nulla, mi pare un po esagerato.
Resta il valore simbolico dell’emancipazione non tanto dai piemontesi quanto dei despoti in generale, Sardi o Piemontesi che siano.
Concordo.