I Menhir di Filitosa, il più importante sito preistorico della Corsica

By Debora Mauri Feb 23, 2017

Filitosa rappresenta il più importante sito archeologico della Corsica, iscritto nella lista dei cento siti di interesse del Mediterraneo. Situato nel sud dell’isola, a nord di Propriano, conserva 8000 anni di storia e attira visitatori affascinati dalla bellezza dei resti archeologici e dalla ricchezza dell’ambienta naturale.

La posizione favorevole, vicino al fiume Taravo, e la presenza di numerosi ripari sotto roccia hanno predisposto la zona di Filitosa ad una lunga occupazione da parte dei nostri antenati. La prima occupazione dell’uomo corso a Filitosa risale a VI millennio a.C., periodo corrispondente al Neolitico antico.

A questa epoca risale la presenza dell’ossidiana, una roccia nera di origine vulcanica, che però non si trova naturalmente in Corsica. La roccia veniva probabilmente importata dalla Sardegna, ciò testimonia che già a quel tempo i Corsi comunicavano con i vicini Sardi.

Ciò che rende Filitosa così originale e importante è la presenza di numerosi menhir dalle sembianze antropomorfe. Il menhir è il monumento megalitico più semplice, costituito da una pietra unica posizionata in verticale, risalente al III millennio a.C., ovvero il periodo corrispondente al Neolitico recente. Sebbene la regione più famosa per i megalitici sia l’Inghilterra, la Corsica costudisce il maggior numero di Menihr di tutta Europa. In tutta l’isola, infatti, se ne contano 500, un fatto raro poiché non vi sono molti Mehir nel bacino del Mediterraneo. Inoltre, i Menhir corsi si distinguono da altri perché recano delle incisioni che conferiscono alle statue delle sembianze umane.

Il vero significato dei Menhir rimane tuttora un mistero. Potrebbero essere simboli fallici, che furono eretti dei contadini che speravano così di rendere fertile la terra, oppure potrebbero essere i capi dei guerrieri morti o ancora potrebbero avere una motivazione religiosa. Infatti, nell’età del Bronzo, quando le religioni primitive lasceranno posto ad altre credenze, le statue Menhir saranno sostituite da altre costruzioni, ovvero le torri.

Dunque, l’origine di queste costruzioni rimane misteriosa e ci si domanda perché proprio in questa isola ci siano così tanti Menhir e soprattutto perché gli antichi Corsi, a differenza di altri popoli, abbiano voluto incidere le loro statue per renderle “umane”.

 

La scoperta di Filitosa

Le ricerche della fine dell’800 da parte dell’ispettore dei monumenti, Prosper Mérimée, avevano rivelato che la Corsica era ricca di testimonianze antiche, tuttavia non aveva ritrovato niente di particolare a Filitosa, definendola semplicemente il luogo “dove crescono le felci”.  Solo nel 1946, il proprietario del sito, Charles Antoine Cesari, scoprì alcuni Menhir e diversi resti di costruzioni antiche. Fu poi Roger Grosjean che si occupò degli scavi, che insieme all’aiuto di Cesari contribuì a rendere il centro di Filitosa uno dei più importanti punti di interesse archeologico della regione. L’apertura al pubblico è possibile solo da alcuni decenni, prevede una prima parte di passeggiata all’aperto attraverso le diverse statue, e una seconda parte di visita del museo.

La visita del sito

La prima statua che si incontra è la statua Filitosa V, il Menhir più voluminoso che presenta più dettagli scolpiti. Per questo, infatti, viene detto il Menhir “armato”.

Successivamente si passa dalle mura ciclopiche a un masso enorme che veniva usato come riparo e risale alla prima epoca di occupazione di Filitosa, il Neolitico antico.

Il monumento centrale” è uno dei più significativi. Qui sono presenti le stuatue Filitosa VIII, XI, VII, X, XIII. All’esterno del monumento vi sono resti di statue Menhir che sono stati trovati durante gli scavi, in altre posizioni.

Dall’alto di questo monumento si ha la vista di tutto il sito.

Da lì, si procede verso l’altra parte, si percorre una passerella durante la quale si possono incontrare cavalli o mucche che pascolano, in pieno in stile Corso. Si giunge quasi alla fine del parco, dove ci attendono un insieme di 5 statue Menhir, il cui allineamento non è originario, ma risulta molto suggestivo. Se si prosegue un po’ verso nord si arriva alla cosiddetta cava, che ha offerto la materia prima agli antichi scultori corsi.

Vicino alla cava si può osservare una scultura naturale nel granito, chiamata “il dinosauro”.

 

Prima di terminare la visita è possibile fare un giro nel museo, in cui sono conservate altre statue e molti strumenti utilizzati all’epoca, che ricostruiscono le tappe dell’occupazione di Filitosa.

 

La passeggiata è stata per noi un’esperienza originale e suggestiva. Siamo stati fortunati perché eravamo da soli nel parco, noi, la natura silenziosa, quei misteriosi Menhir e la nostra immaginazione. Abbiamo desiderato che quelle statue si animassero e comunicassero con noi per svelarci gli enigmatici significati di quelle meravigliose sculture.

Sia gli amanti dell’archeologia e della preistoria, sia chi ama la natura e cerca qualcosa di originale nel suo viaggio resterà affascinato dalla magia di Filitosa.

“In che lingua parlano, quali mani le hanno create, da quali popoli sono state erette…?  Forse si tratta di una tradizione di vecchi popoli … erigere una statua di pietra per coloro che amiamo quando scompaiono, un modo per non lasciare morire i morti, ovvero di credere nell’avvenire, nelle generazioni future … 
Il tempo non separa gli uomini, non sa dove si trova l’inizio né la fine delle cose …Io voglio far parte di questi popoli, appartengo a questo paese

In Filitosa … “Jean-François Bernardini (Groupe I Muvrini)

Alcune immagini sono tratte dal sito ufficiale di Filitosa (www.filitosa.fr) e da www.montagnavissuta.it, altre sono state scattate dall’autrice.

Debora Mauri

Debora è una studentessa italiana di Psicologia con la passione del viaggio. Ama scoprire nuovi luoghi, ma soprattutto conoscere nuove culture e tradizioni. Ha conosciuto la Corsica durante un viaggio, che l'ha affascinata con le sue bellezze naturali ed incuriosita con la sua storia e la sua cultura.

By Debora Mauri

Debora è una studentessa italiana di Psicologia con la passione del viaggio. Ama scoprire nuovi luoghi, ma soprattutto conoscere nuove culture e tradizioni. Ha conosciuto la Corsica durante un viaggio, che l'ha affascinata con le sue bellezze naturali ed incuriosita con la sua storia e la sua cultura.

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