Le elezioni di dicembre: tra nazionalismo e clanismo, si gioca il futuro della Corsica

Logo della lista d’unione dei nazionalisti : “Pè a Corsica”.

Dopo alla vittoria di dicembre 2015 della coalizione nazionalista (autonomista con Gilles Simeoni e indipendentista con Jean-Guy Talamoni) e adesso la nascita della collettività unica (passiamo da due consigli regionali a una collettività territoriale), le elezioni anticipate del 3 e 10 dicembre 2017 rivestono un’importanza particolare. Dal punto di vista socio-politico ma anche con gli strumenti economico e geopolitico, cercheremo in poche parole di studiare gli elementi importanti e le sfide rilevanti di queste elezioni.

Sviluppo del nazionalismo e morte del clanismo: traiettorie che si intrecciano con temporalità similari

Nelle ultime decadi, abbiamo conosciuto in Corsica un movimento culturale di “Riacquistu” della lingua e della cultura corsa, legato spesso con l’emergenza di movimenti politici nazionalisti, che volavano difendere gli interessi della Corsica, la sua cultura, il suo popolo per che non sparisse. Piuttosto minoritario all’inizio, negli anni settanta, ha conosciuto tra gli anni ottanta e 2000 una diffusione massiva con le prime vittorie importanti. Con la vittoria a Bastia nel 2014 e l’anno seguente la vittoria a livello regionale, al quale possiamo aggiungere un vero entusiasmo popolare e la vittoria del 2017 con tre degli quattro deputati all’assemblea francese, abbiamo veramente una società corsa che diventa nazionalista, nel senso della volontà di cambiamento e di un’aria nuova per l’Isola. Nella popolazione giovane, 18-25 anni, quelli che hanno imparato per la maggior parte il còrso a scuola, e che, perché non hanno più gli usi naturali che erano quelli dei loro nonni, vogliono preservare la cultura corsa è fare rinascere questi usi antichi. Fanno della lingua e della cultura anche oggetti politici. I giovani corsi che studiavano a Nizza o ad Aix negli anni ’80 avevano lo stesse rivendicazioni e lo stesso fervore, e dunque è un movimento che esiste già da lungo tempo. Sociologicamente, la popolazione giovane è sempre portata dalle idee rivoluzionarie, per cambiare la situazione, creare qualcosa di nuovo o fare tornare una cosa antica che manca alla loro società. In realtà, sono stati costretti a creare questo oggetto politico per salvare la lingua, dato che i campi tradizionali della politica in Corsica erano ostili allo sviluppo del còrso nella società scolare, professionale, di maniera co-ufficiale. La lingua corsa che stava morendo è diventata una rivendicazione politica, un modo di alzarsi di fronte alla centralizzazione della Francia.

Poco a poco, il clanismo iniziò la caduta. Ci sono molti fattori, ma possiamo indicare due fattori principali: un’attitudine ostile alla lingua e alla cultura corsa da parte degli esponenti del sistema clanista, ciò che possiamo analizzare di modo politico come un sbaglio grandissimo perché opponendosi alle rivendicazione del popolo corso, hanno partecipato alla creazione degli elementi di cultura come oggetti politici nazionalisti. Il secondo fattore è una gestione disastrosa della Corsica, con un clientelismo dal piccolo paese fino agli organi amministrativi regionali, il che ha distrutto un’economia che era già debole. Questi due fattori, il primo politico ed il secondo economico hanno partecipato a un’adesione del popolo alla causa nazionalista. Possiamo anche capire questo movimento in modo più globale come la stanchezza delle classi politiche che erano sempre le stesse da più di cinquant’anni.

“Per a Corsica” : l’unione autonomista-indipendentista, un progetto comune di 10 anni.

Le elezioni rivestono anche un carattere storico, perché abbiamo per la prima volta un’unione politica compiuta a partire del primo giro con la lista “Per a Corsica” che rappresenta il movimento autonomista “Femu a Corsica” e l’indipendentista “Corsica Libera”. Abbiamo già visto unioni tra i nazionalisti, per esempio nel 2015 con la stessa “Per a Corsica” ma era solo al secondo turno. Oggi, c’è l’unione sin dal primo turno con un progetto comune per la Corsica. In fatto, hanno cercato i punti sui quali erano d’accordo, come la lingua, la necessità dello sviluppo economico, una più larga autonomia, la difesa e diffusione della cultura corsa, l’apertura geopolitica sul mare mediterraneo (prendo qualche esempi). Con questi punti, hanno costruito un progetto di legislatura di dieci anni.

Sono favoriti a dicembre, e dovranno affrontare una destra divisa tra “regionalisti” (la lista di Jean-Martin Mondoloni) e tradizionale (quella di Valérie Bozzi). Stessa cosa per il centro ed la sinistra, con il partito di Emmanuel Macron “En Marche” (lista di Jean-Charles Orsucci), la lista “La Corse Insoumise” dei comunisti e dei membri del partito di Jean-Luc Mélenchon “La France Insoumise”. Infine abbiamo la lista del movimento indipendentista “Rinnovu” che non ha trovato un accordo con gli altri nazionalisti (con al suo capo Paul-Felix Benedetti), quella del partito di estrema destra francese “Front National” (Charles Giacomi) e la lista ecologista di Baccarelli. C’è questa divisione di cui possono approfittare i nazionalisti perché è l’unico movimento portato da un fervore popolare. Se vincono con la maggioranza assoluta, potranno negoziare in maniera efficiente con il governo francese e cercare di contrastare la sua impostazione giacobina.

Il verdetto arriverà il 10 dicembre.

Marc-Antoine Faure Colonna d'Istria

Sono uno studente corso in Economia a Paris-Dauphine, scrivo sul sito les-yeux-du-monde.fr articoli di storia e geopolitica, traduco in corso/francese/italiano su Wikipedia. Mi piace scrivere in italiano sulla Corsica è il mondo. Infatti, ritengo che la lingua italiana e il còrso sono sorelle e con il corso possiamo comunicare facilmente con i milioni di locutori italiani.

By Marc-Antoine Faure Colonna d'Istria

Sono uno studente corso in Economia a Paris-Dauphine, scrivo sul sito les-yeux-du-monde.fr articoli di storia e geopolitica, traduco in corso/francese/italiano su Wikipedia. Mi piace scrivere in italiano sulla Corsica è il mondo. Infatti, ritengo che la lingua italiana e il còrso sono sorelle e con il corso possiamo comunicare facilmente con i milioni di locutori italiani.

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