Legislative 2022: un «terzo turno» che si prospetta infuocato a tutti livelli

Emmanuel Macron è stato rieletto Presidente delle Repubblica Francese con il 58,5% dei suffragi. Sono circa 8 punti in meno rispetto al 2017. Dalla parte avversa, nonostante una nuova sconfitta, la candidata Le Pen ha portato l’estrema destra a un livello storico -soprattutto in Corsica – confermando la diffidenza di una grande parte della popolazione nei confronti del presidente uscente. Aggiungendo al quadro un’astensione altissima (28%), più di tre milioni di voti bianchi/nulli e soprattutto una branca della sinistra che pesa nei dibatti, le elezioni legislative hanno quest’anno un sapore di terzo turno.

Quest’elezioni si svolgeranno i 12 e 19 giugno 2022 e a differenza di quelle del 2017, il Presidente Macron non è così sicuro di ottenere una maggioranza forte al parlamento. A rischio anche la propria maggioranza. C’è il peso del mandato passato che, nonostante diversi punti positivi ribaditi durante la campagna, si è tradotto nei risultati di ieri: 58,5% dei suffragi bastano per essere rieletto, ma la perdita di 8 punti rispetto al 2017 (contro la stessa avversaria) ha un significato chiaro. Emmanuel Macron lo sa, l’ha detto ieri durante suo discorso di vittoria, questo nuovo mandato non può essere in continuità col precedente. Bisogna cambiare, sentire la voce dell’opposizione. L’inizio di una strategia dalla parte della presidenza per sedurre e bloccare il pericolo dell’assenza di maggioranza a giugno?

La coabitazione con l’estrema destra o con l’unione di sinistra dopo le elezioni legislative non è una semplice eventualità questa volta. Il panorama politico francese, profondamente cambiato nel 2017 con la disintegrazione del partito socialista, ha compiuto quest’anno la sua trasformazione con una distruzione simile – e possibilmente definitiva – della destra tradizionale. Oggi il paese è diviso in quattro grandi blocchi: il centro/centro-destra del Presidente, l’estrema destra, l’estrema sinistra, e forse quello dell’astensionisti. Questa divisione su cui s’è appoggiato Macron per guadagnare una larga maggioranza al parlamento nel 2017 può tuttavia essere quest’anno il suo più grande pericolo.

Jean-Luc Mélenchon per la parte sinistra, Marine Le Pen ed Eric Zemmour per l’estrema destra lo hanno capito subito dopo il primo turno e ribadito anche ieri sera: con le elezioni legislative si può avere una maggioranza diversa da quella del Presidente Macron. Tutti chiamano i  loro elettori a votare per deputati di loro partiti rispettivi e nel frattempo, delle coalizioni si stanno formando. A sinistra, dopo aver ricuperato gradualmente gli elettori delusi della politica socialista di Emmanuel Macron, si prova a unirsi con gli altri partiti e soprattutto a sedurre i numerosi astensionisti. All’estrema destra, la posizione per le legislative si presenta più forte rispetto al 2017, con un’alleanza possibile con Eric Zemmour e lo ricupero di una parte dei “resti” della destra tradizionale.

In tal contesto, le elezioni legislative in Corsica hanno un doppio interesse. Innanzitutto, quello di vedere se l’isola rimanderà, nonostante una forte adesione all’estrema destra per le presidenziali, una maggioranza di deputati nazionalisti all’assemblea, o se sceglierà di mantenere una certa coerenza con suo voto alle presidenziali. I deputati nazionalisti erano tre su quattro nel 2017. Con quella chiamata dei partiti nazionali a bloccare Emmanuel Macron e ottenere una coabitazione, i còrsi faranno la scelta del voto non-nazionalista? È difficile da pronosticare, sappiamo che magari un po’ più in Corsica che altrove importa la persona che sta portando un progetto. I voti Le Pen o Mélenchon hanno fatto fatica nel 2017 a riportarsi sui candidati locali dei partiti RN e LFI.

Il secondo interesse di quelle elezioni al livello còrso concerne la strategia della maggiorità nazionalista. La coalizione “Pè a Corsica” non c’è più, il contesto politico-sociale è in tensione, il progetto di autonomia fragile e forse dipendente dell’esistenza di un “governo macronista” con cui sono stati iniziati i primi dialoghi. Le problematiche sono numerose. Secondo Corse-Matin che ha avuto accesso a un comunicato interno del partito Femu a Corsica, Michel Castellani e Jean-Félix Acquaviva (prima e seconda circoscrizione di Alta Corsica) sono candidati a loro rielezioni. Le cose sono tuttavia più complicate nel Sud, dove esiste un rischio di divisioni pericolose tra i partiti nazionalisti. C’è una possibilità (sempre secondo Corse Matin) che Femu a Corsica presenti un candidato nella seconda circoscrizione di Corsica del Sud, dove il deputato uscente Paul-André Colombani (PNC) dovrebbe essere candidato alla sua rielezione. E’ un’eventualità che potrebbe complicare -se non avvelenare- le relazioni tra il partito di Gilles Simeoni e quello di Jean-Christophe Angelini. Con un rischio di vedere il secondo e suo partito PNC decidere di portare la battaglia intra-nazionalista nelle altre circoscrizioni, e vantaggiare gli altri partiti.

In ogni caso, sia al livello còrso che nazionale, le elezioni legislative 2022 promettono una battaglia intensa e importante per l’avvenire dell’isola.

Fonte: Corse-Matin

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

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