“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita” disse Albert Einstein.

Le api, questi piccoli esseri che sembrano insignificanti, che per la maggior parte delle persone servono solo a produrre miele hanno infatti, come diceva Einstein, un grande ruolo nel nostro ecosistema. È vero che poche persone si interessano alle api, i mass media non ne parlano tanto e nessuno misura ancora realmente il loro grandissimo impatto. Infatti possiamo vivere senza miele, ma come faremmo senza impollinazione?

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Le api impollinano i fiori, che permettono al nostro intero ecosistema di essere in continuo movimento. La loro progressiva scomparsa si può osservare in Corsica dalla produzione di miele: oggi gli apicoltori fanno un anno fasto e due o tre anni poveri, al contrario di qualche anni fa, quando solo un anno su tre era brutto. Le api stanno scomparendo per alcuni motivi :

  • il calabrone: è uno spaventoso predatore delle api perché uccide le api strappando la loro testa e usando il corpo per le proteine. Quindi un alveare può essere distrutto da soli 10 calabroni. Quando si tratta del calabrone, non si tratta del calabrone asiatico perché questo non esiste in Corsica, ma invece di quello europeo che uccide anche molte api ed è presente in numero sempre maggiore.
  • Il riscaldamento globale: l’impatto più grande è lo sconvolgimento delle stagioni. Abbiamo stagioni con piogge importantissime, che dunque tolgono il polline dei fiori, e dei periodi di siccità sempre più notevoli e lunghi. Quindi il clima perturba la fioritura, la salita del nettare e la produzione di polline. Di fronte a questo cambiamento, le api sono indebolite perché non hanno le sostanze nutritive necessarie e dunque la popolazione sta diminuendo perchè senza quelle sostanze la regina non può deporre abbastanza. Questo favorisce anche le malattie.
  • le malattie: varroa, nosemiasi, la peste delle api: la varroa è un acaro parassita che vive grazie alle api. La peste delle api è una malattia contagiosa, è l’unica a essere presa in conto al momento delle esportazioni e importazioni. La nosemiasi è una malattia che colpisce esclusivamente l’api adulta.

Il regista Carlo Verdone ha detto “Teniamoci stretti le nostre particolarità, difetti compresi, perchè tra cinquant’anni, per effetto della globalizzazione e degli incroci culturali, non esisteranno più”.
La Corsica per il fatto di essere un’isola è sempre stata preservata, specifica e ricca nel suo ambiente, ma da pochi anni con la globalizzazione certe persone hanno portato malattie che hanno un vero impatto sulle “nostre particolarità”, come ad esempio le api. Per esempio c’è un insetto chiamato “aethina tumida” osservato in Calabria e Sicilia nel 2014. Questo insetto attirato dal miele, depone negli alveari, e questo causa danni alle api, e di conseguenza agli apicoltori e agli agricoltori.

api-2Anche molto nocivi per le api sono gli OGM: alcune sperimentazioni sono state effettuate e su 10 larve testate 7 non sono diventate api mature. Ma noi quì in Corsica, non siamo troppo toccati dagli OGM, abbiamo piuttosto dei problemi con i pesticidi. In Corsica, il miele si fa dappertutto, pianura e montagne, si fa miele di castagne, miele di macchia, miele d’agrumi, ma quest’ultimo è sempre più rischioso da fare a causa dei pesticidi perché per farlo bisogna mettere gli alveari in pianura e può essere un rischio per le api di stare accanto a terre inquinate dai pesticidi usati dagli agricoltori.
Tutto questo è un paradosso perché gli agricoltori, quelli che hanno bisogno di più dell’impollinazione fatta dalle api, sono attualmente anche una delle cause della loro scomparsa.

Questo conduce a una guerra tra agricoltori e apicoltori perché questi perdono molti alveari ed hanno dovuto fare domanda di aiuto economico per potere continuare ad alimentare le api. Purtroppo questi aiuti non sono l’unica soluzione, ci dovrebbe essere una maggiore solidarietà tra queste due professioni.

Perché senza api dove saremmo in quattro anni?

 


Marie Benedetto
Emma Grisoni

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