La ribellione del manoscritto, la spy story di Olivier Durand tra Maghreb e Corsica

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Sulayman Elkatib, brillante professore universitario di origine marocchina, è coinvolto come collaboratore dalla polizia italiana in un enigmatico caso di omicidio: Raphaël Bedussa, uno studioso ebreo libico, è stato assassinato con ottantasei pugnalate. All’apparenza nessun indiziato, nessun movente. L’unica traccia è un misterioso manoscritto.

ribellmanoscr-sxQuesta è la trama del romanzo “La ribellione del manoscritto” (edizioni L’Asino d’Oro, 2016) un romanzo a metà tra il thriller e lo spionaggio, con al centro una vicenda di letteratura, lingua e culture. Un bel romanzo, a mio avviso.

Ma perché ve ne parliamo sulle pagine di Corsica Oggi?
Per almeno due motivi. Il primo è che l’autore è Olivier Durand, linguista di origini (anche) còrse, che da anni vive e lavora a Roma dov’è professore di dialettologia araba presso l’università La Sapienza, che ha scritto il saggio “La lingua còrsa” di cui abbiamo parlato sulle nostre pagine tempo fa e un articolo per Corsica Oggi.

Il secondo, è che la Corsica e i Corsi fanno parte del romanzo. Nell’isola è ambientata parte della storia, che si svolge anche in Italia, Tunisia e Israele. Chi conosce un po’ di storia di Corsica e delle sue vicende linguistiche recenti, apprezzerà i “siparietti” che hanno luogo nell’Università di Corte, dove un gruppo di linguisti ne contesta un altro, il professor Olivieri, che ha avuto la sfrontatezza di sostenere che la lingua corsa non è derivata autonomamente dal latino ma è cresciuta accanto al toscano poi divenuto italiano. Ogni riferimento alle polemiche sorte a Corte in seguito alla pubblicazione di “La lingua còrsa” sembra puramente… voluto.

L’animo del linguista traspare ovunque nel romanzo, per esempio nei riferimenti alla diatriba sui neologismi, che in Italia ancora oggi portano spesso l’accusa di “fascismo” a chi li propone come alternativa a termini importati dall’inglese. O nel sottolineare come i protagonisti passino agevolmente nelle loro conversazioni da una lingua all’altra, arabo, italiano, francese, ebraico o còrso che sia.
L’atmosfera del romanzo mi ha molto affascinato. La descrizione dei luoghi è accurata, il riferimento alla vita quotidiana – ad esempio le ricette dei piatti che i protagonisti gustano via via – fa capire chiaramente che l’autore in quei luoghi ci è stato, li ha vissuti, li conosce. Un affresco di paesi e culture diverse, con le loro lingue e i loro sapori, che si mescolano e si “contaminano”. Nella presentazione del libro, cui ho assistito a Milano nel febbraio scorso, Durand aveva parlato molto del tema del contatto tra le diverse culture, più che mai d’attualità in questi giorni. Non solo il rispetto reciproco, che è doveroso, ma appunto l’invito a farsi domande, a chiedersi “perché in quella cultura quella certa cosa la fanno così? Perché io la faccio in un altro modo? Avrei vantaggi se provassi a fare come loro?”. Così si va al di là del semplice rispetto “a distanza” e si arriva alla conoscenza e all’arricchimento reciproco.

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Venendo al cuore del romanzo, la trama è sufficientemente intricata e la storia è ben costruita. Non manca l’elemento sentimentale, con l’affascinante commissaria di polizia Noura Marea, né quello tipico dello spionaggio, quando Sulayman intuisce che le ricerche di Bedussa non si limitavano alla letteratura giudeo-araba medievale, ma riguardavano segreti che, se rivelati, avrebbero costituito una seria minaccia per la politica internazionale. C’è spazio anche per i temi dell’ambiente e della manipolazione ambientale, oltre all’elemento storico e letterario. Tanti temi che però vengono uniti e portati avanti in modo complementare e coerente.

Una lettura piacevole, magari un’idea per un regalo di Natale dell’ultimo minuto. In Italia il romanzo si trova in libreria, per tutti è invece acquistabile via internet qui, qui o qui, in formato cartaceo o elettronico.

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Recensione e foto di Giorgio Cantoni.

Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

By Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

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