La Pop Art made in Corsica / 2: Intervista a Marcè Lepidi

By Lydie Chavazas Feb 11, 2016

« Onesto, ottimista e creativo », così si definisce Marcè Lepidi. Originario di Corte, nato a Bastia nel 1985,  vive oggi in Balagna. È appassionato di musica, di sport, e soprattutto d’arte, alla quale si dedica al 200%. Incrociando le proprie origini e dei simboli forti dell’iconografia popolare, dieci anni fa mischia su una tela un ritratto di Pasquale Paoli e la famosa lingua dei Rolling Stones : un modo per lui di proporre una visione moderna di « u babbu di a patria ». Quest’immagine, di cui si parla ancora oggi, ha dato inizio alla carriera di Marcè Lepidi. Corsica Oggi lo ha incontrato per il secondo ritratto dedicato alla Pop Art còrsa.

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  • Qual è il Suo rapporto con la Pop Art? Ha il sentimento di fare Pop Art còrsa ?

 

La Pop Art fa parte del mio universo e il mio lavoro ci è legato. Pop Art còrsa sì, perché questa corrente artistica si è associata al mio universo, al mio modo di percepire le cose e le mie origini. La chiamo spesso ‘Pop Còrsu’ o ‘Pop Art made in Corsica’ .

 

  • Qual è il Suo percorso artistico? Come si è costruita la Sua identità di artista ? Da dove nasce questa voglia di esprimersi in questo modo così singolare ?

 

Sin dall’infanzia, ho sempre avuto un bel tratto di matita. Mio padre e mio fratello disegnano anche molto bene, e mi sono molto naturalmente appassionato per il design, la tipografia, il colore e generalmente per tutto quello che caratterizza la Pop Art. Non mi piace esprimermi allo scritto o a voce, e quindi uso la Pop Art per esprimere le mie idee. Ce l’ho nel carattere, mi piace scherzare e sviare le immagini. A volte fa ridere, a volte disturba… L’arte ha un ruolo sociale.

 

Cosa La ispira oggi?

 

Mi ispira la Corsica, è un’isola magnifica. Possiede un repertorio ricco ed una storia complessa. Il mio stato d’animo non è efimero, è qualcosa che ho nel DNA. Parlano il cuore e le viscere. Nelle mie creazioni ritroviamo la Corsica, ovviamente, ma anche la società di oggi, poi la vita della gente, il loro modo di vivere, la lingua che incontrano il mio universo di creazione di Pop Art colorata. Cerco di mandare un messaggio, poi ognuno lo interpreta come desidera.

 

Quale tecnica usa ?

 

Ho cominciato col disegno su carta, poi ho scoperto la grafica sul computer. Ho iniziato a 17 anni ed ho capito che era il futuro del disegno. Per anni, ho ideato delle creazioni grafiche, prodotte su tele e telaio , ma le trovavo meno vive rispetto al legno e la pittura. Mi piacciono i mezzi rigidi, quindi ho adorato il legno e soprattuto le tavolazze di recupero. Bisogna trovare la tavolazza giusta, poi tagliarla, levigarla, trattarla perché possa durare nel tempo. Uso molto il collage, i pennelli, i rulli, ma lavoro spesso con lo stampino. Uso diverse tecniche su una stessa tela, pennarelli e pittura. Lavoro nel mio  studio a Zilia. Bisogna essere bravi nel fai da te perché c’è molto lavoro manuale prima.

 

– Oggi in Corsica si può vivere dell’attività artistica ?

 

Viviamo in una società che ha un rapporto difficile col denaro. Personalmente, non ho abbastanza distacco ma penso che se ne possa vivere. Abbiamo quest’immagine dell’arte carissima, inaccessibile, e cerco di dimostrare che non è così. Faccio declinazioni quando realizzo una tela, in fogli stampati, numerotati e firmati, che sono più accessibili. Questo mi permette di avere un potere di diffusione ed una visibilità maggiori. Molti artisti lo hanno fatto, e spesso mi sono comprato questi fogli stampati, considero che sono opere d’arte come le altre. Non mi piace l’idea che l’arte debba appartenere ad una certa categoria di persone. L’arte deve essere di tutti.

 

  • Come, dal lato artistico, pensa che il Suo lavoro sia percepito nell’isola ?

 

Ammetto di non avere avuto pareri negativi, ma è il problema dell’arte, la gente vi dice che il lavoro piace, quando è così, ma raramente il contrario. Bisogna appunto criticare in tutti e due i lati, è importante. Penso di essere pronto a ricevere la critica. Non si può piacere a tutti. Personalmente sono molto difficile, non tutto mi piace. Sono molto sorpreso dalla reazione della gente, ricevo tanti messaggi, telefonate, incontro persone per strada, sono lontano anni luce dal pensare che la gente conosca e apprezzi il mio lavoro, quindi mi fa molto piacere.

 

  • E fuori dall’isola ? Si esporta la Pop Art còrsa ?

 

Esportare il mio lavoro richiede molto tempo e molta oraganizzazione. Approfitto di un’ampia diaspora còrsa. Si gode di una certa notorietà, la gente adora la nostra singolarità. Ma nonostante questo, c’è la barriera della lingua che la rende un po’ più complicata. Uscendo dalla lingua e dal simbolo còrso, resterebbe solo il nome dell’artista, e da dove viene. Quindi vorrei veramente restare attaccato a questo DNA e a questo lato un po’ impegnato e attivista, è quello che mi piace. È quello che mi permette di militare a modo mio. Quindi sì, la Pop Art còrsa si esporta, ma arriviamo un po’ tardi e non credo che inventeremo qualcosa di nuovo in questa corrente artistica. È il lato còrso che è così particolare, la nostra storia, le nostre origini, che possono mettere pepe nella Pop Art.

 

  • Ha l’impressione di aver ispirato una nuova generazione di artisti ? Tipo discepoli o eredi del Suo lavoro ?

 

No, non ho la pretesa di ispirare chiunque, è qualcosa che mi fa impressione perché come l’ho detto, sono ancora agli inizi. Eredi o discepoli ce ne saranno sicuramente, lo realizzo rispondendo alla Sua domanda, sono cose alle quali non avevo pensato. Sì, me lo auguro, ma il più tardi possibile, perché spesso significa che il proprio tempo è passato.

 

– Qual è la Sua attualità e/o quali sono i Suoi progetti ?

 

Nel 2015, mi sono liberato e mi ha permesso di dedicarmi pienamente alla Pop Art. 2016 dovrebbe presentarsi molto bene dato che parteciperò a molti eventi artistici e che le ordinazioni non diminuiscono. Appunto, posso annunciarvi in esclusiva l’apertura di un negozio a Bastia, durante il mese di marzo. Lo chiamo uno ‘Shop Gallery’, un negozietto dove le mie creazioni saranno esposte e dove potrò entrare in contatto col pubblico. Ho un altro progetto che dovrebbe realizzarsi quest’estate, ma non posso parlarne per adesso. Mi permetterà di presentare il mio lavoro sotto forma di istallazione, e sono veramente felice di essere stato sollecitato per questo. Il mio scopo è quello di far sorridere, ridere, di scoprire dei posti e di incontrare gente.

 

 

Facebook / Instagram / Twitter : Marcè Lepidi Acquaviva

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Punti vendita a Bastia – prossimamente

 

 

Articolo di Anthony Bertin e Laura Maresca – traduzione di Lydie Chavazas

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