La «grotta della Resistenza» antifascista a Porri di Casinca

By Lorenzo Di Stefano Set 7, 2019

A Porri, unico comune della Casinca a dominare la valle del Fium’altu, si trova la «grotta della Resistenza». Un luogo che, durante la Seconda guerra mondiale, fu una stamperia clandestina e un rifugio per le riunioni degli antifascisti, da cui partirono le comunicazioni radio con Algeri fino alla liberazione della Corsica.

Qui il comunista italiano Nilo «Robert» Pedini restò senza interruzioni dal dicembre 1942 all’ottobre 1943, con il compito di stampare volantini e giornali per la Resistenza.

Nato a Livorno il 15 settembre 1908, Pedini venne segnalato nel Casellario politico centrale come «marittimo, comunista. Attivo in Corsica, colpito da mandato di cattura nel novembre 1942 per diffusione di volantini incitanti alla rivolta contro il nazifascismo. Irreperibile». Era il figlio di Angelo Pedini, nato a Collesalvetti (Li) il 27 ottobre 1879, «esercente, anarchico. Schedato dall’inizio del secolo. In Corsica dal 1930» e «arrestato nel marzo 1943 per attività antifascista e favoreggiamento del movimento partigiano còrso». Internato alle isole Tremiti.

Robert, prima di entrare in clandestinità, il 26 dicembre 1942 – insieme ad Émile Reboli [1] – riuscì a sottrarre a Bastia diverse casse di caratteri metallici per la stampa. Il furto avvenne in una tipografia di proprietà del consolato italiano, l’«Imprimerie Nouvelle». Il bottino finì in un primo momento a Querciolo, poi a Sorbo-Ocagnano, fu dunque trasferito presso Jean-Baptiste Battesti, guardia campestre a Porri. Venne infine installato in una grotta della regione da Damien Vittori, comunista, ufficiale delle FFI (Forces françaises de l’intérieur), responsabile militare del settore Golu-Cervione del Front national. Si può leggere in seguito la traduzione di una sua testimonianza:

Per quel giorno avevo a disposizione una bestia da soma. Ho approfittato di un formidabile temporale e mi sono recato a Sorbo sotto la pioggia battente. Un patriota mi stava aspettando. Abbiamo caricato il materiale della tipografia e l’ho trasportato fino a Porri. Sono arrivato di notte. Ho depositato il carico in una casa del paese in pieno centro, abitata da un ispettore di polizia in pensione. La tipografia è stata collocata in una stanza, in gran segreto. La grotta doveva ancora essere sistemata per poter ospitare la macchina da stampa, il tipografo e la guardia. Tuttavia, a Porri, la tipografia ha lavorato per un mese, da fine novembre a fine dicembre. I giornali sono stati pubblicati regolarmente; i volantini sono stati pubblicati con regolarità e nessuno ha mai sospettato nulla. In seguito gli italiani hanno cominciato ad arrivare in paese. La tipografia è stata portata in una casa di campagna a Pudossu, 300 metri sotto Porri. É rimasta lì per 21 giorni e i volantini e i giornali sono usciti regolarmente. Poi, per ragioni di sicurezza, ci siamo affrettati. La tipografia è stata trasferita nella grotta che finalmente era pronta, in alto fra le rocce, con un accesso ben nascosto. Quando un centinaio di italiani sono arrivati nella regione, hanno cercato dall’alba al tramonto senza trovare nulla.

Nella «grotta della resistenza» furono stampati più di 50 000 volantini, insieme ai giornali «Le Patriote» del Front national e «Terre Corse» del Partito comunista francese. Il materiale veniva poi inviato a Bastia. È nell’imprimerie du maquis che venne stampato l’appello all’insurrezione liberatrice del Front national il 9 settembre 1943, distribuito la sera stessa in città.

È oggi possibile visitare la grotta della resistenza. Il percorso, lungo 8 chilometri con 400 metri di dislivello positivo, parte dal comune di Porri. Per l’andata e il ritorno sono necessarie circa due ore di cammino. La grotta, chiusa da un cancello, contiene in esposizione del materiale originale del periodo della Resistenza.

Lorenzo DI STEFANO

© Cliché Antoine Poletti

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[1] Nato l’11 dicembre 1908 a Corti, figlio di un antifascista italiano. Di professione muratore, segretario del sindacato CGT degli edili di Bastia, fu uno dei principali dirigenti del sindacato in Corsica, il più importante dell’isola, con 700 aderenti nel 1936. Guidò in questo periodo degli scioperi molto combattivi. Venne espulso il 3 aprile 1938 dal bureau régional per « désagrégation syndicale et liaison avec le patronat ». Militante comunista, membro del Front national di Bastia, partigiano con lo pseudonimo di «Blaise», venne arrestato dalle camicie nere e fu incarcerato a Bastia fino all’agosto del 1943. Deportato in Italia, morì in prigione sotto le macerie della propria cella in seguito ad un bombardamento. Émile Reboni è ricordato nei monumenti ai caduti della città di Bastia e del comune di Ghisoni.

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Bibliografia:

Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (a cura di), Antifascisti nel casellario politico centrale, Roma, Quaderno n. 14.

CHAUBIN, Hélène, La Corse à l’épreuve de la guerre 1939-1943, Éditions Vendémiaire, Paris, 2012

CHOURY, Maurice, Tous bandits d’honneur !, Résistance et libération de la Corse, juin 1940 – octobre 1943, Piazzola, Ajaccio, 2011.

Sitografia:

Anacr 2A http://www.resistance-corse.asso.fr

Itinéraires libération de la Corse http://www.itineraires-liberation-corse.fr

Le Maitron http://maitron-en-ligne.univ-paris1.fr

Porri di Casinca http://www.porri.eu

Lorenzo Di Stefano

Lorenzo Di Stefano è laureato in scienze politiche presso l’Università di Teramo. Di origini molisane, sta svolgendo un dottorato di ricerca in storia contemporanea nell’Università di Corsica “Pasquale Paoli”.

By Lorenzo Di Stefano

Lorenzo Di Stefano è laureato in scienze politiche presso l’Università di Teramo. Di origini molisane, sta svolgendo un dottorato di ricerca in storia contemporanea nell’Università di Corsica “Pasquale Paoli”.

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