La Gendarmeria di Nizza sequestra peschereccio in acque italiane

By Redazione Gen 17, 2016

Peschereiccio_MinaIl peschereccio italiano “Mina” proveniente da Sanremo si trova in stato di fermo nel porto di Nizza, dove è stato condotto nel tardo pomeriggio del 13 gennaio da una motovedetta della Gendarmerie Maritime, che sostiene che l’imbarcazione avesse sconfinato nelle acque territoriali francesi. Il peschereccio stava praticando la pesca del gambero in profondità.

Il comandante Ciro Lobasso subito dopo l’arresto aveva dichiarato: “Sono saliti a bordo e ci hanno chiesto con arroganza se nascondevamo armi. Anzi, volevano che tirassimo fuori le armi. Poi hanno minacciato di metterci le manette e dopo aver preso il comando dell’imbarcazione ci hanno portati al porto di Nizza”. “Eravamo in acque italiane, tanto è vero che lo scorso anno, nello stesso punto in cui ci trovavamo ieri, non ci è stato contestato nulla. Da ieri sono fermo qui a Nizza, con i miei due membri di equipaggio e non ci dicono nulla. Da parte loro è stato un abuso di potere e un sequestro di persona avvenuto in acque italiane e noi abbiamo le prove per dimostrare che non eravamo in Francia. Perché è tutto registrato”.

Ieri arrivano le spiegazioni da parte delle autorità francesi: il “Mina” ha sconfinato nelle acque nazionali perché un accordo bilaterale tra Italia e Francia del 21 marzo 2015 ha modificato il confine marittimo di circa un miglio a favore della Francia. La porzione di mare che sarebbe stata ceduta comprenderebbe la cosiddetta “fossa del cimitero”, così chiamata perché una volta si identificava allineando la prua della barca alle croci del camposanto di Ospedaletti. Il fondale della fossa è il paradiso dei gamberoni rossi, che il peschereggio italiano stava pescando.

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Da Roma però avvisano che tale accordo bilaterale non è stato ancora ratificato dal Governo e dal Parlamento italiani, quindi non è ancora entrato in vigore e di conseguenza il punto dove è stato abbordato il “Mina” è da considerarsi in acque italiane. Un caso diplomatico spinoso su cui ora in Italia si chiedono spiegazioni, in particolare dalla Regione Liguria direttamente interessata dallo spostamento di confine, di cui nulla sapeva.

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Fonti: PrimoCanale.it –  Il Secolo XIX

 

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