Assemblea Nazionale dice no a Corsica in Costituzione. Giacobbi: l’isolotto disabitato di Clipperton invece c’è

Com’era prevedibile dopo la bocciatura in commissione qualche settimana fa, l’aula dell’Assemblea nazionale ha rifiutato l’emendamento proposto dal deputato còrso ed ex presidente della CTC Paul Giacobbi di inserire la Corsica nella Costituzione, per conferirle uno status che consentirebbe maggiore autonomia decisionale in diverse materie.

Scrive Giacobbi sul suo blog riferendo le sue parole in aula:

La che propongo è giuridicamente indispendabile e giustificata. Vorrei semplicemente ricordare ciò che disse Guy Carcassonne, non basandosi su una intuizione ma su uno studio approfondito che egli aveva chiesto alla Collettività Territoriale di Corsica, nell’ambito di una commissione di giuristi tra cui figuravano Capitan, Benetti e Mastor: « E’ indecente, illogico e insultante che la Corsica non sia menzionata nel testo supremo. » E il costituzionalista ne dettaglia lungamente e con forza le ragioni.
Dal 1982, la Corsica ha uno statuto particolare. Tutti lo sanno, ma si ignora che quello statuto è imperfetto, debole. Questa situazione di mezzo, intermedia, deriva proprio dal fatto che la Corsica è assente dalla costituzione e il suo regime giuridico non è definito.
Tutte le isole, fuorché quelle in prossimità delle coste, sono citate, con i loro regimi specifici, nella Costituzione. L’isolotto di Clipperton, disabitato come tutti sanno, dispone nientemeno che di due intere righe.
Politicamente, voi rifiuterete l’inserimento della Corsica nella Costituzione. Ma presto o tardi dovrete riconoscere che avreste fatto meglio a dedicare un po’ d’attenzione a questo inserimento, ragionevole, moderato, utile e fondato, che avrebbe potuto evitare successive discussioni.

 

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Fonte: Paul-Giacobbi.org

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7 thoughts on “Assemblea Nazionale dice no a Corsica in Costituzione. Giacobbi: l’isolotto disabitato di Clipperton invece c’è”
  1. Non sarebbe male se Giacobbi avesse nel suo blog anche la lingua Corsa e quella Italiana

  2. La decisione dell’assemblea nazionale è comprensibile: la Corsica infatti è parte della Francia metropolitana, non si capisce perché debba essere menzionata separatamente.

    1. La proposta di Giacobbi mirava a riconoscere all’isola uno statuto derivante dalle sue specificità storiche e culturali. Una proposta “moderata” come da lui stesso definita. Altre correnti di pensiero invece invocano per la Corsica uno statuto del tutto simile a quello delle collettività d’oltremare.

      1. A me sembra che la posizione francese odierna sulla Corsica non sia diversa da quella spiegata da Francois-Poncet a Ciano nella primavera del 1940, quando si trattava il prezzo che la Francia avrebbe dovuto pagare all’Italia per la sua neutralità: per l’ambasciatore francese si poteva discutere su tutto, addirittura su Nizza, ma la Corsica era considerata “parte integrante della Francia”. Da li’ i Francesi non si sono mossi.

        1. Qui però non si sta discutendo con una potenza straniera in tempi di guerra, ma con cittadini della Repubblica e i loro rappresentanti eletti.

          1. Questo è verissimo, e proprio per questo l’atteggiamento del governo mi sembra grave. A meno di non ipotizzare che il governo francese si rifiuti di accettare le richieste corse perché le considera un primo passo sulla strada dell’indipendenza da Parigi.

  3. Riconfermo ciò che commentavo il 30 gennaio in merito all’articolo ”La Corsica nella costituzione : emendamenti rigettati in commissione all’assemblea nazionale”Qui nessun stato antagonista sta cercando di trattare o dichiarare guerra per annettere la Corsica ma è il popolo corso che chiede ciò che ritiene giusto per tutelare diritti e specificità culturali innegabili ed hanno piena titolarità per auspicarlo.Dall’esterno chi sono io per dire questo non è giusto? Io tralascerei considerazioni storiche per comparare questa realtà attuale anche perché poi le fonti storiche, come sempre accade, sono discordanti e un po’ nebulose quando si tratta di periodi così particolari come quegli anni per l’Italia;ad es.dai taccuini di Pirelli si ricava la ”sensazione” che Ciano ebbe di un rifiuto della Francia circa la Corsica il 30-5 40,altrove si dice che, il 31-5 del 1940 su consiglio degli USA, la Francia offrisse all’Italia la restituzione di Corsica e Tunisia. E poi sempre in quel periodo storico cosa hanno creduto personaggi corsi come Pietro Giovacchini o Bertino Poli,solo per citarne due.La storia della Corsica è molto particolare e per certi tratti tormentata: auguro un futuro di maggiore libertà nella realizzazione di giusti diritti.Proprio ieri in Senato si è detto che” voler sopprimere,cancellare la lingua di un popolo significa volerlo dissolvere, annientarlo e l’Italia non farà cosi.”

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