Italia 2018: cosa c’è da sapere sulle elezioni italiane

Siamo alla vigilia del 4 marzo, giorno in cui si svolgeranno le elezioni politiche italiane. Si voterà per eleggere 630 deputati e 315 senatori elettivi della prossima legislatura, la 18sima della Repubblica Italiana. Il voto sarà regolamentato dalla legge elettorale italiana del 2017 soprannominata Rosatellum bis, che sarà così applicata per la prima volta. Contemporaneamente ci saranno anche le elezioni regionali in Lombardia e Lazio. Previste originariamente per il 14 marzo, sono state anticipate rispetto alla conclusione naturale della XVII legislatura. Complessivamente sono stati ammessi i candidati di quarantuno liste e due coalizioni principali.

La coalizione del centrodestra vede unire le forze di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, leader dei rispettivi partiti di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, più Raffaele Fitto di Noi con l’Italia – UDC. Il programma presentato promette di non tassare la prima casa ed eliminare le tasse sulla “prima auto”, l’eliminazione di imposte su successioni e donazioni, l’introduzione del divieto di tassazione in assenza di reddito, la chiusura di Equitalia con la riscossione affidata agli enti locali, il rimpatrio dei clandestini, il ritorno di poliziotto e carabiniere di quartiere, una riforma della giustizia in cui le carriere dei magistrati inquirenti e giudicanti siano separate e infine una legge costituzionale per impedire ai parlamentari di cambiare partito. Il programma è stato sottoscritto anche da Noi con l’Italia – UDC, il quale ha proposto di ridurre i finanziamenti alle regioni, la riforma del sistema delle municipalizzate, l’attuazione un sistema di costi standard per gli approvvigionamenti nella pubblica amministrazione e la vendita dei beni improduttivi dello stato.

Nonostante non sia più candidabile, Berlusconi ha comunque mantenuto la carica di leader del suo partito, (ri)nato dalle ceneri del Popolo Della Libertà, e fa della flat tax il suo cavallo di battaglia. Inizialmente era basata sull’aliquota corrente più bassa (23%) con una no tax area innalzata fino a 12.000 euro, procedendo poi a una futura riduzione graduale dell’aliquota, secondo il quotidiano Il Sole 24 ORE si tratta di una misura che costa circa 25 miliardi l’anno calcolata al 20% o fino a 40 miliardi se abbassata al 15%, per i proponenti cifre che sarebbero finanziate dagli effetti positivi sull’economia, tra cui anche l’emersione del nero, e una forte riduzione delle detrazioni. Con Forza Italia saranno candidati anche i rappresentanti del movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla. Sono state proposte la cancellazione dell’IRAP, l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro, un “reddito di dignità” per combattere la povertà, decontribuzioni sulle assunzioni giovanili, modifiche alla legge Fornero sulle pensioni e il lancio di un “piano Marshall” per l’Africa. Un programma che costerebbe almeno 100 miliardi di euro, secondo i proponenti recuperabili da una forte riduzione del sistema di agevolazioni fiscali (36-40 miliardi), il recupero da cattivi trasferimenti alle imprese e evasione fiscale (rispettivamente 30 e 20 miliardi), la chiusura dei contenziosi tra stato e contribuenti (10 miliardi), valorizzazione beni confiscati alle mafie (5 miliardi), e la spending review (10-15 miliardi). Inoltre, durante la campagna elettorale, ha “rispolverato” il famoso Contratto con gli italiani, firmato nel lontano 2001nel programma Porta a porta condotto da Vespa, proponendo di abbassare la disoccupazione sotto la media europea entro la fine della prossima legislatura.

Salvini ha proposto l’aliquota della flat tax al 15%, l’abolizione della legge Fornero e di conseguenza avere la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi. Oltre a questo ha proposto la “rottamazione” delle cartelle esattoriali per i contribuenti in difficoltà che frutterebbe 35 miliardi alle casse dello stato, l’abolizione del limite all’uso del contante, la regolarizzazione della prostituzione, la riforma sanitaria basata su centri sanitari diffusi visionando gli ospedali come i punti centrali in cui si curano solo le fasi acute, l’istituzione di una scuola di formazione per la dirigenza sanitaria pubblica e politiche ambientali basate su modelli di economia verde e circolare che includono la valorizzazione dei rifiuti non riciclabili sul territorio vietandone l’esportazione, prevedendo così una forte riduzione delle tasse sui rifiuti. In tema di sicurezza Salvini si è pronunciato favorevole alla castrazione chimica «per chi abusa di minori e per chi reitera il reato di violenza sessuale».

Fratelli d’Italia ha proposto asili nido gratuiti (il cui costo si aggira ai 294 milioni di euro calcolati sulla frequentazione corrente, a cui si sommerebbero 200 milioni per ogni aumento del 10% di bambini iscritti), l’ assegno mensile da 400 euro per i nuovi nati fino al sesto anno di età, congedi parentali retribuiti all’80% fino al sesto anno dalla nascita, l’aumento di stipendi ed equipaggiamenti alle forze dell’ordine, un maggiore uso dell’esercito per poter contrastare la criminalità, una nuova legge sulla legittima difesa, abolire gli sconti automatici delle pene, l’eliminazione dei test di ingresso universitari sostituendoli con una selezione da effettuare dopo il primo anno accademico sul modello delle università francesi e la lotta all’immigrazione clandestina.

I leader delle principali liste di destra

Se la destra sembra più compatta e unita, nonostante venga criticata l’alleanza con un partito che ha storicamente voluto l’indipendenza della fantomatica Padania e quindi la divisione dell’Italia (Lega Nord), ben più disastrosa appare la situazione per la sinistra italiana. Se nel 2013 era unita, a queste elezioni si presenta frammentata in molti partiti, dovuta all’effetto del governo di Renzi che ha causato la fuoriuscita dal PD di parlamentari come Civati o lo stesso Bersani, uno degli storici fondatori del partito considerato erede del PCI (Partito Comunista Italiano) e il tracollo di consensi. La coalizione si ritrova dunque a dover cercare di arginare il danno, nonostante nei sondaggi la veda al di sotto della destra e del M5S.

Il programma del PD targato Matteo Renzi propone l’introduzione di un salario minimo orario di 10 € che interesserebbe circa il 15% dei lavoratori (coloro che non rientrano nei contratti collettivi nazionali) e ricadrebbe sulle imprese. Previsto un taglio dal 33 al 29% del cuneo contributivo per i contratti a tempo indeterminato, un assegno di ricollocamento per tutti i disoccupati, l’estensione di detrazioni fiscali sui figli a carico minorenni fino a 240 euro mensili, in misura graduata rispetto reddito ed età del figlio di detrazione IRPEF, misura che si tramuterebbe in un assegno da 80 € per figlio per gli incapienti e che complessivamente comporterebbe secondo i proponenti maggiori costi per circa 9 miliardi. Proposto anche un bonus di 400 € per i bambini fino a tre anni da utilizzare per baby-sitter e asili nido, l’introduzione di una patente fiscale a punti per scoraggiare l’evasione (grande problema per l’Italia) e una nuova legge sullo ius soli al fine di far ottenere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori immigrati regolari e ai minori immigrati in Italia entro il dodicesimo anno di età, purché abbiano frequentato almeno un ciclo di studio per cinque anni o seguito un percorso di istruzione e formazione professionale. Per quanto riguarda i costi, è prevista l’adozione di misure espansive per un totale di 38 miliardi di euro e il mantenimento del livello di avanzo primario al 2% fino a dieci anni, determinando – secondo i calcoli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – un effetto cumulato di aumento del debito pubblico pari a 122 miliardi in cinque anni.

La lista Civica Popolare, guidata da Beatrice Lorenzin (ex Nuovo Centro Destra), ha proposto asili nido gratuiti, una defiscalizzazione del welfare aziendale e altre misure in materia di sanità, tra cui il contrasto alle lunghe lista d’attesa nelle ASL e negli ospedali, l’abolizione del superticket di 10 euro (misura dal costo stimato di circa 800 milioni l’anno), in aggiunta a un’estensione dell’assistenza domiciliare agli anziani. Il programma della lista Insieme di Giulio Santagata punta sul rilancio di un “piano casa” da mezzo miliardo l’anno, l’aumento dei fondi destinati alla lotta contro la povertà e la riduzione della tassazione sul lavoro mediante l’abolizione delle detrazioni e deduzioni fiscali per un totale di 30 miliardi, un Green New Deal per l’attuazione di un modello di economia verde che auspica, entro il 2030, di ridurre del 40% le emissioni di gas rispetto ai livelli del 1990, prevedendo di vietare entro il 2035 la circolazione dei veicoli con motori diesel e benzina.

Fa parte della coalizione anche +Europa, il cui leader è Emma Bonino, formazione europeista nata dalla convergenza con la lista di Della Vedova insieme ai radicali Riccardo Magi (segretario) e Antonella Soldo (presidente). Da come suggerisce il nome della lista, il programma punta su una difesa dei temi europeisti, auspicando una maggiore integrazione tra i paesi dell’Unione Europea, difendendo con forza la moneta unica e quella che è stata definita l’unica “vera” sovranità, ovvero quella europea. +Europa propone anche il superamento della legge Bossi-Fini, il riordino delle agevolazioni fiscali, la riduzione delle aliquote IRPEF da cinque a tre, il congelamento della spesa pubblica per cinque anni e l’imposizione di un contributo di solidarietà sulle pensioni retributive allo scopo di garantire il consolidamento dei conti pubblici. Infine, l’associazione promuove «libertà di ricerca», mirando a rimuovere gli ostacoli alle ricerche su malattie rare, procreazione assistita, sugli embrioni e sulle biotecnologie, e mira ad istituire una nuova “agenzia per la ricerca”. Fa discutere, però, l’appoggio di Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico e storicamente contrario all’aborto, mentre la Bonino si è sempre battuta per questo tema assieme all’ormai scomparso Marco Pannella, la quale aveva addirittura fondato il Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto (CISA) a Milano nel lontano 1973. 

I leader della coalizione del centrosinistra

Pietro Grasso, dopo aver lasciato il PD ed essere entrato a far parte del Gruppo Misto, il 3 dicembre 2017 ha fondato Liberi e Uguali, una lista di sinistra che comprende Articolo 1 – Movimento Democratico e ProgressistaSinistra Italiana e Possibile, candidandosi a Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. Liberi e Uguali ha avanzato proposte sul diritto allo studio, proponendo in la cancellazione delle tasse universitarie per gli studenti che sostengono gli esami in modo regolare (i cui costi stimati per il bilancio dello stato si attesterebbero a 1,6 miliardi di euro), sulla lotta alla criminalità e sulla reintroduzione di tutele per i lavoratori eliminate dal Jobs Act. Tra i punti principali è anche previsto il lancio di un “Grande Piano Verde” per il contrasto al dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, da finanziare anche con l’introduzione di una carbon tax; in tema tecnologico il partito si dichiara in difesa della neutralità della rete, mentre in tema di diritti civili propone una riforma del diritto di famiglia per raggiungere una piena equivalenza per le coppie LGBT, prevedendo un unico istituto matrimoniale, e la concessione della cittadinanza ai nati in Italia da genitori stranieri e agli immigrati di minore età che hanno completato almeno un ciclo di studi.

Il leader di Liberi e Uguali

Il Movimento 5 Stelle si presenta più forte dal suo debutto in parlamento avvenuto alle elezioni del 2013. In questi ultimi cinque anni di legislatura ha condotto un’accanita e instancabile opposizione nei confronti dell’attuale governo italiano e delle altre forze politiche che apparentemente facevano opposizione ma che poi votavano contrariamente compatti la maggior parte delle proposte avanzate dal Movimento. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 2009, il partito fondato da Beppe Grillo e dal compianto Gianroberto Casaleggio, ne ha fatta di strada e ora sembra che potrebbe vincere le elezioni secondo alcuni sondaggi. Da sempre si promuove come organizzazione che non si colloca né a destra né a sinistra e non si definisce un partito, preferendo locuzioni come “libera associazione di cittadini”, “non associazione” o “forza politica”. Dopo Parma (ora persa a causa dell’espulsione di Pizzarotti), il M5S ha gradualmente conquistato molti comuni e città italiane, tra le quali Roma e Torino, oltre a Livorno, città storicamente di sinistra e comunista i cui abitanti sono delusi dall’operato del Pd di Renzi. Ha subito un calo di voti solo nel 2014, in occasione delle elezioni europee, confermandosi però la seconda forza politica italiana davanti al centrodestra. Nonostante non abbia vinto le elezioni regionali in Sicilia del 2017, il Movimento si è confermato come la prima forza politica della regione con il 26,7% dei voti, davanti a Forza Italia (16,4%) e al Partito Democratico (13,0%). Nel settembre 2017 si sono svolte le elezioni primarie del Movimento 5 Stelle per individuare il candidato del movimento a presidente del Consiglio dei ministri in vista delle successive elezioni politiche del 2018 nonché nuovo capo politico del movimento, vinte da Luigi Di Maio con 30 936 voti, pari all’82,7%. Alla prossima legislatura, però, non ci sarà Alessandro Di Battista, il quale ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla politica poco dopo la nascita di suo figlio.

Il M5S ha presentato un programma tra i cui punti principali spicca l’introduzione di un reddito di cittadinanza, nella misura di 780 € alle famiglie composte da una sola persona e 1 638 € alle famiglie con due figli, misura che costerebbe alle casse pubbliche tra i 15 e i 20 miliardi l’anno e che si perderebbe solo dopo aver rifiutato tre proposte di lavoro concrete avanzate dai centri per l’impiego. Previsto il taglio del debito pubblico di 40 punti in rapporto al PIL da attuare nell’arco di due legislature, obiettivo che vale 70 miliardi di euro l’anno. Prevista l’adozione di provvedimenti per il rilancio dell’occupazione giovanile, i proventi della spending review da destinare in investimenti produttivi, taglio delle pensioni superiori 5.000 euro netti non basate interamente sul metodo contributivo, la riduzione delle aliquote IRPEF, l’estensione della no tax area, l’aumento delle spese destinate al welfare familiare dall’1,5 al 2,5% del PIL, equivalente a maggiori spese per 17,5 miliardi, in aggiunta a una legge costituzionale che obblighi i parlamentari a dimettersi se intendono cambiare partito.

Per finanziare tali progetti, dal costo complessivo superiore ai 100 miliardi l’anno, si conta di recuperare fino a 50 miliardi dal taglio di sprechi e privilegi, ricorrendo almeno inizialmente a un aumento del debito pubblico per le parti mancanti, prevedendo quindi di non rispettare il patto di stabilità che impone di non chiudere il bilancio dello stato con un disavanzo superiore al 3% del PIL, contando poi di migliorare i conti sul lungo periodo grazie ai frutti degli investimenti effettuati. L’Università Cattolica del Sacro Cuore ha stimato un costo complessivo del programma pari a 64 miliardi di indebolimento del bilancio primario, che determinerebbe un effetto cumulato pari a 205 miliardi di euro in cinque anni. Il movimento ha anche promesso una forte semplificazione legislativa, in tema ambientale prevede di eliminare gli incentivi agli impianti di recupero energetico da rifiuti, bloccando la costruzione di nuovi inceneritori e chiudendo quelli esistenti, bloccare le trivellazioni per l’estrazione di gas e petrolio, limitare le nuove edificazioni e incentivare la mobilità “sostenibile”, in particolare l’uso di mezzi pubblici e biciclette, alle quali si vuole dedicare un ufficio ministeriale dedicato. Tra le proposte avanzate spicca il mandato di sole due volte nella legislatura, per permettere il cambio generazionale ed evitare che molti politici restino a lungo nel parlamento, proprio come avviene in altri paesi europei.

Il leader del M5S

 

Numerose sono le altre liste che corrono da sole tra destra, sinistra e centro: Partito Comunista, Per una Sinistra Rivoluzionaria, Potere al Popolo! (al suo debutto), CasaPound, Italia agli Italiani-Forza Nuova, Popolo della Famiglia, Partito Repubblicano – ALA e infine Partito Valore Umano. Da segnalare la rinascita della Democrazia Cristiana, anche se è certo che otterrà pochissimi voti, in quanto retaggio di un partito morto con la fine della Prima Repubblica.

Si voterà il 4 marzo. Chi ha compiuto almento 18 anni ha diritto di votare solo la Camera (scheda rosa), mentre chi ha compiuto almeno 25 anni potrà votare anche per il Senato (scheda gialla). In questo scenario, però, non è detto che ci sia un vincitore, in quanto nessuna coalizione o partito supera il 36%. Pertanto è stata ventilata la possibilità di ritornare alle urne già a giugno o addirittura un Gentiloni bis, il quale sarebbe un episodio senza precedenti nella storia dell’Italia. Anche in Europa ci sono segni di preoccupazione per la stabilità politica italiana, in particolare da Junker, in quanto le forze euroscettiche come Lega o M5S potrebbero prendere il sopravvento. Resta solo da vedere chi vincerà.

Marco Bucci

Romano classe 1986, Judoka specializzato in contro-tecniche e tecniche con l'uso prevalente della gamba (Ashi-waza). Sono un appassionato di Geografia, Geopolitica, lingue stranire, Storia, cucina, Judo, Rugby, Nuoto e di tutti gli altri sport. Mi sono laureto in Geografia con una tesi riguardante Newcastle come limes geo-linguistico, il mio percorso di studi, al di fuori del curriculum ambientale, si concentra anche su Geopolitica, Geografia dell'alimentazione e Geografia delle lingue. Recentemente ho anche ottenuto le qualifiche di rappresentante e Sommelier, quello dei vini è un mondo che mi ha sempre affascinato e recentemente sto mettendo in pratica le mie abilità da Sommelier giorno dopo giorno, cogliendo l'occasione di distribuire il vino nei ristoranti e nelle enoteche di Roma, sperando in futuro di portare i prodotti del Made in Italy al di fuori dei nostri confini nazionali, puntando in mercati dove il prodotto italiano va molto di moda come ad esempio Regno Unito o la Russia, il mondo arabo per quanto riguarda l'acqua. Proprio per questo ho deciso di imparare due lingue del futuro, Arabo e Russo, fondamentali se un domani dovrò comunicare con potenziali clienti di nazioni in forte crescita. Nel tempo libero mi piace leggere, dipingere, cucinare, fare Judo e Nuoto, scattare le foto, studiare le lingue.

By Marco Bucci

Romano classe 1986, Judoka specializzato in contro-tecniche e tecniche con l'uso prevalente della gamba (Ashi-waza). Sono un appassionato di Geografia, Geopolitica, lingue stranire, Storia, cucina, Judo, Rugby, Nuoto e di tutti gli altri sport. Mi sono laureto in Geografia con una tesi riguardante Newcastle come limes geo-linguistico, il mio percorso di studi, al di fuori del curriculum ambientale, si concentra anche su Geopolitica, Geografia dell'alimentazione e Geografia delle lingue. Recentemente ho anche ottenuto le qualifiche di rappresentante e Sommelier, quello dei vini è un mondo che mi ha sempre affascinato e recentemente sto mettendo in pratica le mie abilità da Sommelier giorno dopo giorno, cogliendo l'occasione di distribuire il vino nei ristoranti e nelle enoteche di Roma, sperando in futuro di portare i prodotti del Made in Italy al di fuori dei nostri confini nazionali, puntando in mercati dove il prodotto italiano va molto di moda come ad esempio Regno Unito o la Russia, il mondo arabo per quanto riguarda l'acqua. Proprio per questo ho deciso di imparare due lingue del futuro, Arabo e Russo, fondamentali se un domani dovrò comunicare con potenziali clienti di nazioni in forte crescita. Nel tempo libero mi piace leggere, dipingere, cucinare, fare Judo e Nuoto, scattare le foto, studiare le lingue.

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