Insegnamento dell’italiano in Corsica: il quotidiano Corse Matin analizza le ragioni del suo declino

Immagine di DANIELA RAMIREZ MANOSALVA di Pixabay

Un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Corse Matin osserva l’apprendimento delle lingue straniere da parte degli studenti delle scuole secondarie dell’isola. Un articolo in particolare analizza l’insegnamento dell’italiano nelle scuole corse, con un titolo evocativo: “Quando il patrimonio culturale non basta“.

Oltre all’inglese, che nella maggior parte dei casi viene insegnato automaticamente come prima lingua moderna, l’italiano è rimasto per molto tempo la lingua dominante nelle scuole della Corsica. La nostra vicinanza storica, culturale e linguistica ha fatto sì che per decenni l’apprendimento dell’italiano fosse scontato per i nostri genitori e nonni. Oggi è molto meno così e, come sottolinea l’articolo del quotidiano, l’italiano è adottato dal 26,5% degli alunni delle scuole medie e dal 30,9% di quelli delle scuole superiore. Un dato simile alla media nazionale. Corretto da un certo punto di vista, ma preoccupante se inseriamo questo dato nel contesto storico e culturale che lega la Corsica all’Italia. Possiamo allora dire che, infatti, il patrimonio culturale non è sufficiente per la Corsica. A titolo di paragone, mentre in Francia il 14% degli studenti delle scuole secondarie impara il tedesco, in Alsazia lo fa quasi il 40%.

Tuttavia, la situazione paradossale della Corsica affonda le sue radici in qualcosa di più globale, secondo le persone intervistate da Corse Matin per questa inchiesta. Secondo il geografo Joseph Martinetti,“questa apparente contraddizione fa parte di una tendenza generale a cui la Corsica non fa eccezione: la crescente egemonia dell’inglese e il declassamento delle lingue europee”. Anche per Patricia Godani, insegnante di italiano al Liceo Laetitia di Ajaccio, non si può ignorare la forte concorrenza dello spagnolo e il suo posto nel mondo del calcio, del cinema e della musica che interessano i giovani.“La cultura ispanica oggi ha un profilo più alto: il calcio spagnolo è molto popolare, mentre i club italiani sono meno in vista rispetto ai tempi di Maradona o Roberto Baggio; ci sono serie televisive molto popolari, come La Casa de Papel, che non hanno necessariamente un equivalente italiano; e anche i successi musicali estivi degli ultimi anni sono più spesso in spagnolo che in italiano”, spiega Patricia Godani.

Ma al di là del contesto internazionale e di una certa globalizzazione determinata dalla sempre maggiore intrusione dell’inglese, nessuno può ignorare che l’insegnamento della lingua corsa si è sviluppato in opposizione all’italiano, piuttosto che in coordinamento con esso. Joseph Martinetti ci ricorda che “per tutto il XX secolo, l’affermazione del còrso è stata in parte contro l’italiano. Il desiderio di creare una lingua nazionale corsa ha portato i suoi promotori a esaltarne le singolarità e a distanziarsi il più possibile dalla lingua italiana”. L’esame Capes per il còrso [certificato di idoneità all’insegnamento nell’istruzione secondaria, ndr], creato nel 1990, non prevede una prova in italiano o in latino. Tutto questo allontana le due lingue l’una dall’altra e ne ostacola l’apprendimento congiunto. Il risultato è che oggi, quando i giovani corsi parlano con i turisti italiani, lo fanno spesso in inglese.”

Le difficoltà dell’insegnamento della lingua italiana si ripercuotono sul lavoro degli insegnanti, che hanno“la sensazione di essere un po’ dei militanti”, dice Patricia Godani. “Appena assunti, sappiamo che dovremo promuovere la lingua, farla conoscere, quasi fare proselitismo”.

Fonte : https://www.corsematin.com/article/education/1925009561061315/enseignement-de-litalien-quand-lheritage-culturel-ne-suffit-pas

Immagine di DANIELA RAMIREZ MANOSALVA di Pixabay

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *