Si è svolta in Italia la Giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali

L’UNPLI, Unione delle pro loco (associazioni italiane di promozione del turismo locale) ha organizzato la scorsa domenica la quarta edizione della “Giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali“.

Il 17 gennaio di ogni anno, l’Unione invita tutte le pro loco ad inserire nel calendario dei propri eventi (del mese di gennaio o del resto dell’anno) iniziative che riguardano i dialetti e le lingue locali, la loro tutela e la loro promozione. L’adesione è aperta anche a tutte le realtà (biblioteche, centri di lettura, enti, scuole, università, ecc…) che si adoperano per la tutela e salvaguardia di questi patrimoni linguistici.

In quella data tutti i cittadini sono anche invitati a scrivere sulle reti sociali post nel proprio dialetto o nella propria lingua regionale, accompagnati dall’hashtag #dilloindialetto.

Per aderire alla Giornata del dialetto e delle lingue locali potranno farlo organizzando un evento dedicato oppure inserendo nelle manifestazioni già in programma un momento di riflessione sui dialetti e le lingue locali. Ad esempio: raccolta di libri in e sui dialetti, di testimonianze video ed audio, convegni, rappresentazioni teatrali, letture pubbliche di poesia o proverbi, giochi di strada, presentazione di manifestazioni in italiano e in dialetto, ecc.

In seno a questa iniziativa è nato il Premio Nazionale Salva la tua lingua locale. Il Premio realizzato da UNPLI ha l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare i patrimoni culturali locali e le espressioni linguistiche di tutto il territorio italiano. La cerimonia di premiazione dell’edizione 2016 si terrà il 22 gennaio in Campidoglio, a Roma.

Il presidente onorario della giuria è il noto linguista, ed ex-ministro dell’Istruzione, Tullio De Mauro, che ha voluto salutare i partecipanti con questo video:

De Mauro ha salutato con piacere questa “testimonianza della persistente vitalità dei nostri dialetti” che non sono scomparsi, perché ciò che è scomparso è l’uso esclusivo del dialetto, che fino a qualche decennio fa era imposto a molte masse di italiani dallo scarso grado di istruzione che non li metteva in grado di esprimersi in italiano. Il dialetto invece vive accanto all’italiano, tra le mura domestiche, fuori, e non solo nella “vita spicciola” ma anche come “strumento espressivo” e creativo.

unpli-salvalatualingualocale2016Una bella iniziativa per salvaguardare e promuovere questo patrimonio linguistico e di sapere, che è stata proprio oggi omaggiata dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, il quale ha voluto conferire al Premio della UNPLI una medaglia d’oro, per testimoniare quanto la Presidenza della Repubblica riconosca l’importanza di tutelare i patrimoni culturali locali.

Certamente una sensibilità molto diversa da quella che esiste in Francia, dove pochi giorni fa l’Assemblea nazionale ha bocciato per l’ennesima volta un’iniziativa in favore delle lingue regionali.

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Fonte: Unione Pro Loco d’Italia

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9 thoughts on “Si è svolta in Italia la Giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali”
  1. uno dei tanti motivi per il quale confrontare l’attuale situazione Sarda con quella Corsa è del tutto insensato.

  2. Non amo fare confronti ma sembra evidenre che la Corsica essendo costretta a far riferimento alla cultura francese non trovi spazi simili di dialogo e crescita segno di civiltà quando vi sono.Avrei una proposta : perché non vi partecipa anche la lingua corsa a questa bella iniziativa? E se anche sembrasse una provocazione ben venga se servisse a scuotere le coscienze!

    1. Capiamo lo spirito della tua proposta, ma teniamo non verrebbe bene accolta da molte persone nell’isola. Sicuramente il ruolo delle parlate locali in Italia, nella vita quotidiana e anche nello spettacolo, nella pubblicità, nei media, è molto molto diversa che in Francia.

      1. D’accordo, ma allora come dare una scossa,un segnale che bisogna iniziare un tipo di dialogo basato anche sul rispetto reciproco e riconoscimento di valori esistenti nella realtà della storia? No alla lotta armata,certamente,ma perdonatemi sembra che vi sia troppo timore di offendere di rispetto eccessivo nel pensare di non essere capiti,ma da chi?Sono convinto che un po’ di sana audacia bisognerebbe impegnarla,temo altrimenti si rimanga sempre nel campo delle buone intenzioni e basta.Ora rispondetemi pure’ sutor ne ultra crepidam ‘.Ma la passione nella libertà mi porta a dire questo.Auguri!

        1. Assolutamente non ti risponderemo mai così, è giusto e bello che si facciano proposte. Ed è vero che occorrerebbero gesti forti, “di rottura”. Ma è anche vero che con le scosse ci si può anche fulminare, bisogna stare attenti 😉

          Il primo passo, che si è già iniziato a fare, è rompere i tabù che resistevano da 70 anni. Noi con Corsica Oggi cerchiamo ad esempio di portare l’italiano quotidianamente sui telefoni, i tablet e i computer di tanti Corsi, e le notizie di Corsica (e presto anche qualche articolo in lingua corsa) su quelli di tanti Italiani. Un piccolo gesto, concreto e costante. Che informa sulle vicende reciproche, perché il problema per decenni è stato l’interruzione della comunicazione, dello scambio tra Corsica e Penisola (e anche tra Corsica e Sardegna, così vicine e così sconosciute l’una all’altra).

          Poi bisogna che fioriscano (come stanno facendo già in questi mesi) iniziative in campo culturale ed economico. Scambi di studenti. Siti web di prodotti artigianali Corsi in inglese francese e italiano. E andrebbe esplorato bene il settore turistico. App come Compru in Corsu potrebbero – in modo debito e ragionato – essere proposte anche ai turisti italiani.

          Ma con attenzione, e col massimo rispetto, perché un passo falso può compromettere anche la migliore delle iniziative di riavvicinamento culturale.

          1. Il gallurese però non è una lingua internazionale parlata da oltre 60 milioni di persone come l’italiano, lingua dell’amministrazione e della cultura in Corsica fino a 100 anni dopo l’annessione alla Francia.

          2. Certo, ma visto che il tema era quello delle parlate locali d’Italia e che la Corsica, non essendo italiana, non avrebbe cittadinanza a parteciparvi, con il gallurese (o corso del sud) anche la vostra bella isola sarebbe stata in qualche modo rappresentata e riconosciuta nel panorama linguistico Italiano, giusto per citare la “provocazione” di Ernesto.

  3. Giusto come dite voi,d’altra parte non ho esperienza di politica e non conosco la Corsica, quel poco che so lo sto apprendendo grazie alla vostra lodevole e coraggiosa iniziativa di questo quotidiano.Istintivamente sono contro le ingiustizie e prevaricazioni a danno dei più piccoli.Auguro sinceramente un futuro di maggiore libertà di scelte con un pizzico di leale audacia.Mi permetto di suggerire ancora l’importanza a mio parere di una emittente televisiva italo-corsa fruibile dalle due sponde,un po’ come Meditteradio.

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