Il collettivo Parlemu Corsu teme che nei dibattiti sull’autonomia si dimentichi la lingua

E’ da anni che il collettivo Parlemu Corsu agisce per il riconoscimento e la diffusione della lingua còrsa. Alla vigilia della costruzione di un nuovo progetto politico che magari porterà la Corsica verso l’autonomia, Parlemu Corsu mette in guardia contro la dimenticanza della questione dello statuto della lingua còrsa.

Per fare sentire la loro voce, membri del gruppo si sono radunati mercoledì in fronte alla prefettura di Ajaccio con striscioni e un messaggio chiaro: “Micca soluzioni pùlitica senza lingua corsa, senza cuufficialità”. Esprimendosi per Corse-Matin, il gruppo non dimentica le parole del Presidente Macron sulla lingua, la “linea rossa” da non superare. “La lingua della Francia è il francese” aveva detto il Presidente, candidato alla sua rielezione. In risposta, Il collettivo Parlemu Corsu ha appeso un cartello “Imbasciata di Francia” sui pilastri del Palazzo Lantivy. Un messaggio simbolico che non è passato inosservato sulle reti sociali.

Ma dietro gli striscioni e quelli messaggi che a volte fanno sorridere per loro creatività, c’è una vera ansia che Micheli Leccia ha ribadito a Corse-Matin: “Se il riassunto del problema còrso è solo economico, allora buttate fuori la lingua, non se ne parla più? Su questa terra è un’eresia di volere cancellare la nostra lingua!”.

Le prime discussioni tra lo Stato e le forze vive di Corsica, in vista della costruzione di un progetto politico per l’isola, dovrebbero iniziare la prossima settimana. La questione della lingua sarà senza dubbio un soggetto importante e fonte di tensioni in cui il collettivo Parlemu Corsu intende assumere un ruolo.

Fonte: Corse-Matin (edizione stampa) tramite autorizzazione del Cullitivu Parlemu Corsu

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