Ma la preoccupazione che sta suscitando l’opposizione nasce dagli ovvi interrogativi sulla speculazione energetica, sull’evidente esproprio del territorio (in particolare di quello agricolo), intorno a un progetto la cui reale portata ecologica è ancora tutta da dimostrare (si tratta di energia eolica). Inoltre, il progetto si trova in una regione, la Sardegna, che è già esportatrice di energia: l’isola produce in media il 30% in più di quanto consuma. Gli abitanti che vedono la loro terra espropriata per una produzione energetica che distrugge l’ambiente e da cui non traggono alcun beneficio hanno naturalmente buone ragioni per protestare.
Per questi cittadini che guidano la “Rivolta degli ulivi”, la Sardegna non deve diventare una terra sacrificata sull’altare della speculazione energetica, soprattutto quando questa è disposta a calpestare la dignità umana: il caso di Gianluca Melis è una buona illustrazione della deriva che circonda certe politiche ecologiche. Gianluca Melis è proprietario di un terreno agricolo che non voleva vendere, eppure ha visto arrivare nel cuore della notte macchine edili per sradicare ulivi, mandorli e albicocchi. Tuttavia la reazione dei concittadini è stata immediata: un centinaio di persone si sono trovate sul posto per impedire il proseguimento dei lavori.
La “Rivolta degli ulivi” è in corso e ha recentemente ricevuto il sostegno dei nazionalisti corsi del partito Core in Fronte. Olivier Sauli è stato invitato a partecipare ai dibattiti sulla speculazione e sull’esproprio in un incontro popolare a Selargius. Si tratta di due questioni che, per motivi diversi e con interessi diversi, riguardano anche la Corsica e fanno riflettere.
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.