Il congresso della SNJ (Sindacato Nazionale dei Giornalisti Francesi) ha riunito 200 delegati a Nancy dal 16 al 19 ottobre. Il congresso ha accolto anche rappresentanti della Federazione Italiana della Stampa, del sindacato dei giornalisti tunisini e giornalisti afghani che il SNJ è riuscito a esfiltrare dal loro Paese. Il Sindacato, che è la principale organizzazione della professione in Francia, ha elaborato una valutazione della stampa francese. Un record tutt’altro che soddisfacente.
Tra i quasi 35.000 giornalisti professionisti francesi, la precarietà sta diventando sempre più forte e quindi indebolisce una professione che garantisce la libertà di espressione. I dibattiti si sono incentrati sul deterioramento della situazione economica di molti giornali e sui piani di licenziamento nelle redazioni. La concentrazione dei giornali da parte di industriali miliardari come Bolloré (proprietari di diversi giornali, radio, e televisione), che fanno, come CNEWS, “campagne di elogio delle idee di estrema destra”, gruppi come Ebra o Rossel, una concentrazione che favorisce il giornalismo d’opinione a scapito del giornalismo d’informazione plurale. Il settore audiovisivo in Francia è sotto attacco da parte delle autorità pubbliche a causa del progetto guidato dal ministro della Cultura Rachida Dati sulle fusioni nel settore audiovisivo pubblico e i drastici tagli ai finanziamenti statali per le stazioni radio comunitarie. Il progetto di bilancio per il 2025 prevede una riduzione del 30% del Fondo di sostegno per l’espressione radiofonica, ovvero quasi 10 milioni di euro di aiuti. Se questa misura venisse adottata, molte stazioni radio comunitarie potrebbero scomparire.
L’incerta situazione politica in Francia oggi è una delle principali fonti di preoccupazione per il SNJ, in particolare per il progetto di una nuova legge sull’immigrazione portata avanti dal ministro dell’Interno e che renderebbe la Francia (paese dei diritti umani), uno dei paesi più duri d’Europa in termini di accoglienza degli stranieri. È così che il SNJ, insieme alla Federazione Internazionale dei Giornalisti, sta lavorando per portare in Francia molti giornalisti afghani minacciati dal regime talebano. Diversi erano presenti al congresso. Il SNJ chiede quindi alle autorità di facilitare l’ottenimento dei visti come il Presidente della Repubblica si era impegnato a farlo dopo la caduta di Kabul.
Estrema destra: pericolo per la stampa e la Repubblica
L’ascesa dell’estrema destra in Europa è stato anche il tema che ha occupato le discussioni del congresso. Oltre all’alto punteggio in Francia e alla presa del potere, in particolare in Italia e in Ungheria, la questione dell’estrema destra preoccupa il SNJ, che incoraggia i giornalisti a conoscere i suoi discorsi e le sue pratiche attraverso strutture come Visa, Solidaires o Acrimed. Il SNJ ritiene che, nonostante i suoi tentativi di darsi un’immagine più accettabile, l’estrema destra “mantenga il suo DNA xenofobo, in contrasto con il motto repubblicano libertà, uguaglianza, fraternità”. In Italia, ad esempio, per il governo Meloni “i giornalisti sono nemici della democrazia”, ha detto Raffaelle Lorusso, rappresentante della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, sottolineando anche che l’elezione di Georgia Meloni ha “deteriorato l’atmosfera e il clima mediatico” (ascolta l’intervista). Un dibattito sul tema dell’estrema destra che minaccia la repubblica? si è tenuto il primo giorno del congresso presso il Museo di Belle Arti. La presidente dell’Università della Lorena Hélène Boulanger, il vicesindaco di Nancy Laurent Watrin, l’ex senatrice centrista Nathalie Griesbeck, il caporedattore dei quotidiani l’Est Républicain e del Républicain Lorrain Sébastien Georges, e Serge Cimino, giornalista politico di FranceTV, hanno decifrato l’ascesa dell’estrema destra in Francia. Un’osservazione: l’indipendenza dei giornalisti e dell’informazione è un pilastro essenziale della repubblica e della democrazia di fronte a l’estrema destra. Serge Cimino è stato più diretto. Per lui, mettere in guardia “sui pericoli dell’estrema destra non è fare politica, è fare giornalismo”.
Gaza: 140 giornalisti uccisi
Infine, la situazione a Gaza è stata discussa a lungo durante il congresso, compresa una videoconferenza da Tunisi da Anthony Bellanger, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti, e Dominique Pradalier, la sua presidente. Entrambi hanno denunciato la situazione dei giornalisti palestinesi da parte del governo Netanyahu. Bellanger è andato a Gaza per fornire sostegno della FIJ ai giornalisti palestinesi che non sono in grado di fare il loro lavoro, come i giornalisti di altri paesi. Dice di essere inorridito dall’incompetenza e dalla debolezza delle autorità europee. Con Dominique Pradalier, ha denunciato la morte di 140 giornalisti. L’obiettivo è chiaro: impedire ai giornalisti di testimoniare. Questa situazione è insopportabile quando sappiamo che prendere di mira un giornalista è un crimine di guerra”. I partecipanti al congresso hanno osservato un minuto di silenzio in memoria dei giornalisti uccisi.
La stampa italiana sotto sorveglianza da parte dell’estrema destra
“I giornalisti italiani vivono un’atmosfera velenosa da quando è arrivata alla guida del governo Georgia Meloni, leader dell’estrema destra italiana. La sua morsa sulla radiodiffusione pubblica e il suo sentimento di ostilità nei confronti dei giornalisti crearono un clima pesante.” Tuttavia, Raffaele Lorusso, ex segretario generale della Federazione Italiana Giornalisti e attualmente responsabile delle relazioni internazionali, sottolinea che la libertà di espressione è tutelata dalla Costituzione italiana ed è quindi difficile toccarla, anche se le tentazioni sono tane. Ci ha dato la sua testimonianza sulla situazione attuale della stampa in Italia.
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Petru luigi Alessandri
Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.