Secondo un informazione esclusiva del giornale Corse-Matin, pubblicata il 7 febbraio, un nuovo gruppo clandestino ha ufficializzato sua azione. GCC, per Ghjuventù Clandestina Corsa, è il nome di questo movimento armato che intende “seguire le orme dello FLNC che sembra tuttavia distaccarsi oggi della lotta armata”. In loro comunicato, trasmesso alla redazione di Corse-Matin, i membri della GCC considera allora che è “il ruolo della gioventù còrsa di riprendere [la lotta armata] e far fronte allo Stato francese e suo disprezzo”.
Il gruppo Ghjuventù Clandestina Corsa rivendica 17 attentati, sorvenuti sull’isola dal 4 agosto 2022 e la prima apparizione dello siglo GCC sui muri di una casa incendiata a Bastelicaccia. Residenze secondarie, stabilimenti turistici, società di costruzione, siti immobiliare in corso di opera: il gruppo è stato molto attivo per illustrare sua lotta contro “i speculatori” e i “venditori di droga”.
La Ghjuventù Clandestina Corsa mette in guardia lo Stato francese, chiedendo la liberazione del militante Charles Pieri, in carcere dal 9 dicembre nell’ambito di un inchiesta della giuria controterrorista. La GCC vuole “la creazione di uno statuto di residente”, “il riavvicinamento dei prigionieri politici”, “la verità sull’assassinio di Yvan Colonna”.
Questo comunicato della Ghjuventù Clandestina Corsa arriva l’indomani della visita di Gerald Darmanin, ministro dell’interno, in Corsica per le commemorazioni dei 25 anni della morte del prefetto Claude Erignac. Durante sua allocuzione, il ministro ha confermato la continuazione di discussioni con gli eletti còrsi per fare evolvere le istituzioni isolane verso più autonomia. Ma sappiamo che il processo è fragile e che l’espressione di qualsiasi forma di violenza può fermarlo. Che impatto avrà la Ghjuventù Clandestina Corsa nel futuro delle relazioni tra Corsica e Francia? L’attualità delle prossime settimane sarà indubbiamente movimentata.
La giuria nazionale antiterrorismo ha annunciato di aver “preso in carico l’intero caso della GCC”.
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Fonte: Corse-Matin. Articolo di Julian Mattei e Jeanne Colonna
Copertina: foto da wikimedia