Gerald Darmanin, ministro dell’interno, era presente ieri ad Ajaccio per commemorare la morte del prefetto Claude Erignac. Sono venticinque anni che è stato ucciso il prefetto nella città imperiale. Una tragedia che ha martoriato l’isola, che ha profondamente cambiato il suo rapporto con lo Stato. Ogni commemorazione è così un momento particolare per i còrsi di qualsiasi sensibilità, un ricordo che riapre una ferita mai superata.
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In presenza di Laurent Marcangeli (sindaco di Ajaccio), Gilles Simeoni (Presidente del Consiglio Esecutivo di Corsica), Marie-Antoinette Maupertuis (Presidente dell’Assemblea di Corsica) e di vari eletti e dipendenti dello Stato, Gerald Darmanin ha pronunciato il tradizionale discorso dovuto ogni anno alla memoria di Claude Erignac. Durante circa quindici minuti, il ministro dell’interno ha rammentato la personalità del prefetto, suo impegno per “un lavoro più grande di noi”. Un uomo “che ha amato la Corsica, sue donne e uomini, sua terra e paesaggi magnifici”. L’omaggio a Claude Erignac ha sottolineato ugualmente l’umo e il prefetto nella loro missione di “pace, libertà, parità e libertà”.
La parola “pace”, aggiunta al motto della Repubblica Francese, è stata il fil rouge della seconda parte del discorso di Gerald Darmanin. Il ministro ha ribadito questa parola, citando tra le altre cose l’Evangelista Matteo (“beati gli artigiani della pace”), e ha confermato la voglia dello Stato di agire, insieme agli eletti locali, all’evoluzione istituzionale, economica, culturale, educativa, sociale dell’isola. Ricordiamo che Gerald Darmanin è il primo interlocutore degli eletti còrsi per il progetto di autonomia dell’isola. Un’opera complessa, fragile, di cui è ancora difficile di definire i contorni; un motivo per cui il discorso del ministro dell’interno aveva oggi una risonanza particolare.
“Bisogna lasciare la luce sfumi i contorni dei sepolcri”, ha dichiarato Gerald Darmanin, citando l’autore Jerome Ferrari. Il ministro ha così espresso la volontà di aprire un nuovo capitolo, perché “siamo in debito con i nostri figli” e perché “troppo famiglie sono state ferite”. Nel suo discorso Gerald Darmanin ha esaltato la Corsica con “la forza qui dei legami familiari, le tradizioni secolari, la bellezza del littorale più intensa che altrove, le passioni per le grandi cause”. Parlando della “singolarità della Corsica” evitando tuttavia un riferimento qualsiasi alla lingua isolana, il ministro ha lodato la Corsica per la sua resistenza contro il fascismo durante la Seconda Guerra Mondiale e suo senso della giustizia nei confronti degli ebrei che non furono mai denunciati. Il ministro ha ricordato anche il “Giuramento di Bastia”, insieme alla “luce di Paoli e di Voltaire” per contrare la minaccia straniera.
“Venticinque anni dopo la morte del prefetto Erignac, è il momento di inaugurare insieme l’inizio della seguita […]. Il Governo della Repubblica è disposto, vi aspetta”. Gerald Darmanin ha concluso suo discorso con questa riaffermazione di una volontà di apertura per il bene della Corsica di domani. Come si rifletterà quella “mano tesa verso tutte le donne e tutti gli uomini di buona volontà”? E la questione che animerà più che mai i prossimi dibatti.
Le commemorazioni della morte del prefetto si sono concluse con la deposizione di corone, al posto dove fu ucciso Claude Erignac il 6 febbraio 1998.
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Fonte: Corse-Matin (video)
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.