Forte mobilitazione nell’intera Corsa in sostegno a Yvan Colonna

By Redazione Mar 6, 2022 #yvan colonna

Ferito gravemente in principio di settimana da un altro carcero, Yvan Colonna è sempre in coma. Un grande sentimento di ingiustizia sta attraversando l’intera società còrsa che, condividendo il dolo della famiglia del pastore, chiede allo Stato di rendere conto. Vari raduni e azione in sostegno a Yvan Colonna e più largamente al popolo còrso hanno avuto luogo e proseguono questa settimana.

Sono passati alcuni giorni dall’attacco che ha ferito gravemente Yvan Colonna. Il pastore, condannato a vita per l’assassinio del prefetto Claude Erignac nel 1998 ma che sempre ha affermato sua innocenza, è oggi sempre in coma. Suo stato è stabile secondo sua famiglia, ma rimane molto grave. Secondo le ultime informazioni, l’autore dell’assalto è un uomo di origine camerunese, ex-jihadista in Afghanistan. Il motivo per cui ha attaccato e strangolato Yvan Colonna sarebbe “un blasfemo contro il profeta”. A prescindere della fondatezza del motivo, si chiede sempre nelle mente dei còrsi come è stato possibile che questo uomo, considerato pericoloso e “psicologicamente instabile”, aveva il diritto di lavorare nella prigione di Arles e quindi disponere della capacità di muoversi liberamente. Abbastanza liberamente per trovarsi solo con Yvan Colonna in palestra e attaccalo violamenti sotto le telecamere di sorveglianza.

Rammentiamo che Yvan Colonna si è sempre visto rifiutare il diritto di ravvicinamento in Corsica, nella prigione di Borgo, in ragione del suo statuto di DPS, che significa “detenuto particolarmente sorvegliato”. A questo proposito, la tragedia ci ha insegnato che essere DPS non vuole dire che esiste una sorveglianza rinforzata del detenuto come “essere umano”. E stato specificato sabato durante il giornale Corsica Sera che in realtà è sorvegliato il contatto del prigioniero con la sua famiglia, con l’estero della prigione. Uno è considerato DPS perché è “un pericolo per gli altri” e se può, con il suo statuto pubblico, rappresentare un motivo di disturbo all’ordine pubblico. In sintesi, non si protegga per nulla la persona.

Quindi, l’incomprensione è totale e il sentimento di ingiustizia forte. Per i partiti politici nazionalisti e più largamente la parte della società còrsa che riconosce il diritto alla vita di ognuno, colpevole di qualcosa o no, la tragedia che ha colpito Yvan Colonna è sintomatica del rapporto della Francia con la Corsica. Subito dopo la notizia dell’assalto, centinai di còrsi si sono radunati in Bastia, Ajaccio, Corte, Sartene e altrove per dimostrare sostegno alla famiglia di Yvan Colonna. E per chiedere allo Stato francese di rendere conto. La famiglia di Yvan Colonna ha dichiarato in un comunicato ieri che si costituirà come parte civile in questa vicenda.

La procura antiterrorista è in carica delle investigazioni ma la risposta la più visibile è quella che getta benzina sul fuoco: lo Stato ha inviato sull’isola decine di squadroni di polizia antisommossa. I servizi d’ordine in Corsica sono sotto tensione e secondo un documento reso pubblico dal giornale Le Monde, hanno chiesto rinforzi massivi per contenere la rivolta che sta crescendo. In risposta, dipendenti dei porti affiliati al sindacato dei lavoratori còrsi (STC), insieme a militanti nazionalisti, hanno impedito una nave proveniente dalla Francia di sbarcare in Corsica con nuovi squadroni antisommossa.

Oggi 6 dicembre si svolge in Corte una grande manifestazione di sostegno, portata dai sindacati studenteschi insieme ai rappresentanti di tutti i partiti politici nazionalisti. Si sta aspettando una grande mobilitazione, la dimostrazione dell’unità del popolo còrso.

Fonti: Le Monde, Corse-Matin

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