Il primo turno delle elezioni legislative anticipate ha creato una crisi di coscienza in tutta la società. E non solo in Corsica. In tutta la Francia si stanno formando alleanze elettorali per contrastare il “campo del male”, di cui ognuno ha una propria definizione, più o meno accettabile a seconda che lo si guardi da sinistra o da destra. I giornali e le televisioni sono pieni di esperti, sociologi e politologi che esprimono le loro opinioni su un’elezione il cui esito sembra ogni giorno più chiaro: un caos incommensurabile. Man mano che il gioco elettorale si consuma e abusa delle sue strategie, la Francia si avvia lentamente verso una situazione inestricabile, quella di una piccola maggioranza relativa per il Rassemblement National (partito di estrema destra) e, di fatto, di un Paese ingovernabile. In breve, basta ascoltare cinque minuti per rendersi conto che lunedì prossimo, a meno che non siamo un fervente elettore di estrema destra, erediteremo o la peste di questo partito o il colera rappresentato dall’incapacità del Parlamento di produrre una maggioranza coerente. Se a ciò si aggiunge l’importante promemoria che il Presidente Emmanuel Macron ha ancora tre anni di mandato, l’ansia è ai massimi livelli.
Per noi corsi, qualunque sia il nostro orientamento politico e la nostra considerazione per la Francia, ci saranno sicuramente delle conseguenze importanti che emergeranno da queste elezioni. Come cittadino di nazionalità francese come tutti gli altri, per quanto riguarda l’aspetto fattuale, e ovviamente come còrso che aspira soprattutto a un futuro per se stesso all’interno della sua isola, per i suoi figli, per il suo popolo e la sua lingua, abbiamo molto da perdere e molto poco da guadagnare osservando la vittoria del Rassemblement National. Anche se dimenticassimo la storia della creazione di questo partito, alcuni dei cui membri indossavano l’uniforme delle Waffen-SS; anche se il nostro animo cristiano, che sosteniamo essere così forte, riuscisse a “dimenticare” le basi profondamente razziste e disumane del pensiero di estrema destra, possiamo tuttavia fingere di ignorare fino a gioire per l’ascesa al potere di un’ideologia che nasconde dietro un presunto patriottismo la volontà di annientare ogni specificità all’interno della nazione? Il giacobinismo francese è stato così a lungo criticato da arrivare a promuovere la più abietta forma di presunta uniformizazione nazionale che si possa immaginare? Una nazione che ordina, separa, gerarchizza, poi esclude, e di cui le minoranze come la Corsica sono le prime a pagare il prezzo. Possiamo immaginare che un partito che idealizza la Francia dell’epoca coloniale abbia in mente la minima idea che possa essere utile alla Corsica?
Nonostante la sua presunta “normalizzazione”, il Rassemblement National rimane quello che era ieri quando Jean-Marie Le Pen era il suo leader. Un partito le cui idee sono lontane da ciò che la Corsica rappresenta, e anche da ciò di cui ha bisogno. Pro-nazionalista o meno, nessuno può negare che i problemi che dobbiamo affrontare oggi non possono essere risolti dalle idee securitarie, xenofobe e retrograde dell’estrema destra. Quando si parla di speculazione fondiaria e delle conseguenti difficoltà di accesso agli alloggi, di accesso al lavoro, di autosufficienza alimentare e di miglioramento del sistema sanitario dell’isola, non sappiamo bene cosa aspettarci da un partito come il Rassemblement National. Si potrebbe giustamente dire che gli altri partiti non sono necessariamente più chiari, ma sono propenso a pensare che chi non è ossessionato dalla politica di sicurezza potrebbe avere un po’ più di tempo da dedicare alle questioni che ci interessano davvero. E quando si tratta della cultura corsa, della sua lingua e di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per garantirne la sopravvivenza e, se Dio vuole, la fioritura in futuro, è ovvio che abbiamo bisogno di tutto tranne che di un partito che si è sistematicamente opposto a tutte le iniziative a favore delle lingue minoritarie in tutta la Francia.
Se domenica prossima la Francia dovesse oscillare verso l’estrema destra, la Corsica può ancora conservare un po’ di onore eleggendo quattro deputati che non hanno alcun legame con il Rassemblement National. Da alcuni giorni, gran parte del mondo politico (nazionalisti come persone di sinistra o ecologisti) è unito dietro i candidati in lotta contro il Rassemblement National. Nel caso della prima circoscrizione della Corsica del Sud, dove il repubblicano Laurent Marcangeli si trova di fronte a un candidato dell’estrema destra, le differenze sono state messe da parte: alcuni nazionalisti lo sostengono, mentre altri hanno almeno la decenza di sottolineare che nessun voto corso dovrebbe andare al Rassemblement National. Nella seconda circoscrizione dell’Alta Corsica, dove il deputato autonomista uscente Jean-Félix Acquaviva affronta un candidato di destra, François-Xavier Ceccoli, quest’ultimo ha fatto una seria opzione sulla vittoria dopo il ritiro del candidato del Rassemblement National, che ha chiesto il suo sostegno. A questo punto, come elettore di questa circoscrizione, sono lieto che nessuno del Rassemblement National sia ora in grado di rappresentarmi in Parlamento e oso sperare che il Sig. Ceccoli, se eletto, dimostri convinzione e integrità nel difendere gli interessi dei corsi e nel combattere le idee di estrema destra, che non devono essere o diventare quelle della maggioranza del popolo corso.
Voglio credere che un còrso, sia esso nazionalista, repubblicano, autonomista o altro, condivida con il suo vicino l’orgoglio, l’amore per la terra e l’umanesimo che hanno forgiato un ideale patriottico che crede soprattutto nella propria forza e non ha bisogno di denigrare gli altri per esistere.
Guillaume Bereni
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.
Mi auguro che quanto da lei auspicato sig. Bereni possa concretizzarsi.
La destra estrema in Italia come in Francia rappresenta solo l’ombra di un passato buio e terrificante che noi uomini liberi e democratici non possiamo certo dimenticare.
Cosa si nasconde dietro il manto della finta verniciata di modernità e giovanile eleganza di costoro, lo si vede nei momenti importanti e delle grandi decisioni. Costoro saranno sempre contro il progresso sociale, l’estensione dei diritti, l’uguaglianza sostanziale degli uomini, tanto più contro l’autonomia dei territori ed il diritto di autodeterminarsi.
Cosa pensano questi uomini della destra estrema e nazionalista e cosa insegnano alle loro giovani reclute lo abbiamo già visto molte volte sia in Italia che in altre parti di Europa, giusto ad esempio l’ultima inchiesta giornalistica sui giovani meloniani:
https://www.youtube.com/watch?v=tNQIwJZCoi4