Due poesie nate nel 2010 “che hanno preso ispirazione dalla bellezza della vostra terra (visitata due volte), da una sacralità naturale che ancora tenta nella fatica di custodirsi in reciprocità con gli uomini (nella memoria, nella nostalgia dello sguardo di quel primu omu/c’hai a prima ochjata” l’ha carezzata, come la definirebbe Leonu Alessandri).
S’intitolano “Corte” e “Golfo d’Ajaccio”.
CORTE
Sei Tu Signore
le mie meraviglie,
il mio viaggio nei luoghi
della Tua incarnazione.
Per quali foreste
mi porterai oggi,
per quale letto di foglie?
Fammi solo essere
e dammi solo un posto
per pregare e renderti grazie
nelle tue gole, nelle tue rive
in questa terra in cui ancora risuona
per sempre santa la Tua scrittura.
Corte-Golfo d’Ajaccio, 25 giugno 2010
GOLFO D’AJACCIO
Che volto hai stamattina!
Come riluci nel sorriso
e negli occhi della consorella,
come sei giovane nel canto che dice:
“Marciate oltre il vostro nome,
marciate oltre il vostro cammino..”.
Chiesa di Santa Monica, 27 giugno 2010