Vocali

1. Il sistema vocalico del còrso

Il sistema vocalico è lo stesso, ma -o- viene rimpiazzato da -u- come finale al maschile :

italiano

corso

il grado u gradu
il tempo u tempu
la piazza a piazza
la sete a sete
i giri i giri

NB : qualche volta si può trovare la -o- come lettera
finale  nel caso di parole troncate :

parola corsa troncata

parola corsa intera

significato in italiano

dinò (la -o- è chiusa, diventa
anche -u- a volte)

dinolu

di nuovo, o anche (ma non sempre)

eppo’, po’ (-o- chiusa)

eppoi, poi

poi

a televisiò (-o- aperta)

a televisione

la televisione

o babbò (solo come vocativo, -o-
aperta)

apocope di u babbone

il nonno

 

All’interno delle parole corse sovente si
trovano vocali diverse dall’italiano. Questo concerne soprattutto le -o- che
diventano spesso -u- in corso e le -e- che divengono -i-: ciò si deve a due
fenomeni che sono spiegati più avanti:

italiano

corso

note

la
composizione
a cumpusizione
Queste differenze vocaliche derivano da due fenomeni
diversi :

– quello indicato in
rosso è stato chiamato "svucalatura" e



 
e
alcuni studiosi lo ritengono antichissimo (se ne trovano tracce 2000 anni
fa)
. Si verifica quando l’accento tonico
cambia posto in seguito  all’allungamento della parola con un suffisso
oppure in una coniugazione.

– quello in blu
dipende dall’evoluzione dal latino.

il
regalo
u rigalu
la
regola
a regula
la
verità
a virità
la
foresta
a furesta
giocare ghju
trovare tru
nettare nittà

 NB : c’è "lungo" in italiano
ma "longu" in corso !

 

2. I dittonghi

I dittonghi –uo
e –ie– non esistono in corso. Basta conoscere il toscano antico per avere
esempi.

italiano

corso

il luogo u locu
il fuoco u focu
fuori fora
la maniera a manera
p pò
insieme inseme
il piede u pede
volentieri vulinteri
la bandiera a bandera

 

3. L’apertura delle vocali

L’apertura delle
vocali dipende in alcuni casi dalla regione corsa  presa in esame. In
generale, e particolarmente nella regione di cui si tratta qui, l’apertura è spesso il contrario di quella dell’italiano standard :

In particolare, precisiamo che la -e-
finale è sempre aperta in questo insieme di regioni : Seve, Sorno (Sorru),
Crùzzini (Crùzine o Crùzinu) e Cinarca.

Ecco alcuni esempi :

italiano standard

corso di Seve, Sorno, Crùzzini e
Cinarca

   =
vocale chiusa
   =
vocale aperta
la nòtté a nÓttè
fuòri fÓra
il giòco u ghjÓcu
la dònna a dÓnna
buòno bÓnu
il fÓrno u fòrnu
il nipÓté u nipòtè
la fèsta a fésta
il fréddo u frètu
francésé francèsè
il paésé u paèsè

Però ci sono aperture comuni

pòco pòcu
il trèno u trènnu
l’invèrno l’invèrnu
véro véru

 

Le regole che spiegano queste aperture
diverse sono da cercare nell’evoluzione del sistema vocalico latino. In pratica non c’è
una regola semplice ed è meglio basarsi sull’uso.

4. Trasformazione di è in à

Spesso certe vocali si allontanano
dall’etimologia con una trasformazione in -a- : in realtà si tratta
essenzialmente di un’apertura estrema delle lettere -ò- e -è-, essendo -a- la
più aperta delle vocali. Quando la -è- si trova davanti alla consonante
-r-
in due sillabe differenti (r detta "implosiva"), questo fenomeno è
quasi sistematico
. Ma succede anche in altri casi (forse per altri motivi) : (le parole con * sono rappresentate nelle cartine
sottostanti)

corso di Seve, Sórru, Crùzine e
Cinarca (spesso
forme maggioritarie in Corsica)

altra forma corsa (meno diffusa,
presente soprattutto nel nordest)

italiano standard

trasformazione è -> a

a tarra* a terra la terra
par,
pà
per,
pè
per
u gènaru,
ginerale, ginarale
u gèneru,
generale
il gènere,
generale
u càmmare,
a càmara
a càmera la càmera
u sÓciaru* u sÓceru il suòcero
a vargogna a vergogna la vergogna
a diffarenza,
a sfarenza
a differenza,
a sferenza, a disferenza
la differenza
l’arrore l’errore l’errore
a léttara a léttera la lèttera
a cunvarsazione a cunversazione la conversazione
a fraquenza a frequenza la frequenza
l’accizzione,
l’eccizzione
l’eccezzione l’eccezione
l’alizzione l’elezzione l’elezione
l’esempiu,
l’asempiu
l’esempiu l’esempio
pratende pretende pretèndere
binadisce,
bina
benedisce,
bene
benedire
cà chè che
a cènnare,
a cènnara*
a cènnere,
a cènnara
la cénere
induva,
duva
induve,
duve
dove
l’Ópara l’Ópera l’òpera

trasformazione ò -> a

l’adore l’odore l’odore
l’aliva l’olivu,
l’alivu
l’olivo

accupà, occupà

occupà, uccupà,
accupà

occupare

accorre

occorre, accorre

occ
Órrere
l’arechja l’arechja,
l’orechja
l’orecchio
l’acellu l’acellu,
l’ocellu
l’uccello

appone, oppone

oppone

opporre (anticamente opp
Ónere)

arizzincu

orezzincu
della
pieve d’Orezza, orezzino

altri casi diversi


aspittore

espettore, ispittore

ispettore
pralungà,
prulungà
prulungà prolungare
pruvucà,
pravucà
pruvucà provocare

Ecco alcune cartine dei luoghi
dove si tende ad avere un apertura in-a- della -è-.
Sebbene la aree linguistiche non siano identiche, si notano sovrapposizioni
costanti. Le cartine (cliccare per ingrandire) sono tratte dal
sito http://www.ac-corse.fr/expos_autres/webdlc2/webdlc/acceuil.html :

farraghju/ferraghju
(/frivaghju)

cennare
/cennere

sociaru/soceru

tarra/terra

5. Aggiunta di -i alle parole in -à

Le parole che finiscono con
-à- possono prendere una -i- alla fine secondo i casi e le regioni di Corsica :

forma corsa possibile in queste
parlate

altre forme (possibile anche in
queste parlate)

italiano

a buntai a buntà la bontà
a prupietai a prupietà la proprietà
a libertai,
a libartai
a libertà, a libartà la libertà
a pustiritai,
a pusteritai
a pustirità, a
pusterità
la posterità