Il progetto di costruire un nuovo ospedale a Bastia non soddisfa gli utenti. Le loro associazioni, riunite all’interno del Collettivo Sanitario Corso, in una conferenza stampa hanno evidenziato i rischi che potrebbero ritardare o addirittura ostacolare la costruzione di un nuovo stabilimento che sono stati tra i primi a difendere.
Innanzitutto, il collettivo punta il dito sul peso dell’attuale deficit dell’ospedale, che è passato dai 7 milioni di euro in 2014 ai 200 milioni oggi. Questa situazione è un ostacolo per il progetto, ma anche per garantire il normale funzionamento di un ospedale, che non ha più la capacità di contrarre prestiti dalle banche. Gli utenti vogliono quindi una cancellazione totale del debito. E citano come esempio, senza nominarlo con precisione, quello di Ajaccio (la cui consegna è avvenuta pochi mesi fa), che si trovava in una situazione simile e che ha visto il suo deficit cancellato. Il collettivo si oppone alla strategia della direzione dell’ospedale, che ha scelto di presentare una costruzione parziale in due tempi. Una prima parte vedrebbe l’installazione di alcuni servizi a terra (per il momento non ancora acquisiti), poi una seconda fase accoglierebbe gli altri servizi. Gli utenti temono quindi che la seconda parte non vedrà mai la luce del giorno. Questa scelta da parte della direzione, motivata da una questione di finanziamenti, compromette, secondo gli utenti, “la nascita di un ospedale completo”. Anche le scadenze non soddisfano gli utenti. Con una costruzione parziale, il nuovo ospedale sarebbe operativo solo tra 10 o 15 anni, ma dicono che “è possibile costruirlo in 5 anni” e citano come esempi le città di Melun, Orléans o la Guyana francese. Per fare questo, dobbiamo uscire dall’attuale procedura relativa alla scelta dei terreni, perché è anche un handicap. L’ospedale, infatti, propone di acquistare appezzamenti di terreno in comproprietà, il che porterà a una DUP (dichiarazione di pubblica utilità) ed espropri. In totale, lo spazio è composto da 23 proprietari e parte del terreno si trova in aree in cui l’urbanizzazione è soggetta a una modifica del PLU (Piano Urbanistico Locale), o è a fini naturali e forestali e quindi normalmente non edificabile. Infine, alcuni di questi appezzamenti di terreno (6) sostengono edifici, il che aumenta il problema.
Il terreno si trova in località Labretto a sud di Bastia al confine con il comune di Furiani. E il collettivo di utenti si è chiesto: “Non ci sono altri terreni nel perimetro di Bastia che permettono la costruzione di un nuovo ospedale (e non di una sezione) senza ostacoli con una semplice operazione di terra?”
Finanziamento ancora incompleto
Per il momento, il finanziamento del progetto è incompleto. Sono disponibili solo 66 milioni di euro, che provengono dal “Ségur de la Santé” deciso dal presidente Macron nel 2020 dopo la prima crisi COVID, che ha messo in luce lo stato fatiscente del sistema ospedaliero francese. Questi crediti devono essere utilizzati entro la fine del 2025. Il collettivo precisa “che questi 66 milioni non possono essere utilizzati in nessun caso per l’acquisto del terreno”. Ricorda l’impegno preso da Emmanuel Macron durante la sua visita in Corsica nel settembre 2023: “Bastia avrà nei prossimi anni un ospedale che soddisferà le sue esigenze e non sfuggirà alla solidarietà nazionale”. Questa promessa sarà mantenuta in questi tempi in cui lo Stato sta cercando con tutti i mezzi di ridurre il suo disavanzo di bilancio? Ma i rappresentanti degli utenti chiedono “la solidarietà dei ministeri delle Finanze e della Salute, la costruzione e il finanziamento di un nuovo ospedale in condizioni accettabili sia in termini di fattibilità che di scadenze dignitose”. Ricordano che l’ospedale di Bastia copre il 60% della popolazione della Corsica.
Nunziu Giacomoni: “i rischi sono reali”
Il presidente del Collettivo Sanitario Corso, Nunziu Giacomoni, spiega che i rischi di vedere ritardare la costruzione del nuovo ospedale per molto tempo sono reali.
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Petru Luigi Alessandri
Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.