Corsica da amare – Parte 8

Al porticciolo di Calvi, venne ad accoglierci Adrien, abbronzatissimo ed in abbigliamento nautico griffato. Laura era eccitata all’ idea di rincontrarlo, d’altronde avevano trascorso insieme solo mezza giornata e tranne diversi messaggi su whatsapp, non si erano più visti.
Ci domandavamo che tipo di barca potesse avere; si fermò davanti ad un super yacht di lusso e ci invitò a salire.
Ci scambiavamo sguardi complici, cercando di mitigare l’ euforia. Non volevamo passare agli occhi di Adrien troppo gasate, ma dentro di noi ci sentivamo delle vere vip.
Marinai affaccendati, camerieri che passavano portandoci frutta e bevande varie, un vero sogno!
Dalla barca, avevamo una visione diversa della Corsica, sembrava davvero una montagna in mezzo al mare, con ai piedi calette e spiagge infinite, ornate da caratteristici paesini incastonati tra le rocce.
Quando arrivammo alle Calanque di Piana, le mie amiche rimasero a bocca aperta da tanta bellezza; falesie formate da eruzioni vulcaniche e modellate dal mare e dal vento che fuoriuscivano dall’ acqua, creando un ambiente surreale, con sporgenze rocciose dalle forme bizzarre e dalle sfumature rosa e rossicce, che illuminate dal sole diventavano di una brillantezza unica. Eravamo nella riserva naturale della Scandola e Girolata, nel parco naturale regionale della Corsica, un luogo incantevole, dichiarato dall’ Unesco  Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Adrien fece fermare la barca davanti alla spiaggia di Focaghia. Dopo un bagno energizzante, con il gommone arrivammo sino a riva per visitare il villaggio di pescatori di Girolata, raggiungibile preferibilmente in barca e frequentato da parecchi turisti. Anche qui trovammo l’impronta genovese: una fortezza costruita nel 1530, dove si narra sia stato tenuto prigioniero il capo corsaro Dragut, catturato da Andrea Doria. E pensare che fino a una ventina di anni fa gli abitanti non avevano ne luce e ne telefono.

Una volta rientrati a bordo, Adrien chiese qualcosa a uno dei suoi marinai e poco dopo, un bel ragazzo di colore, dal fisico prestante e muscoloso, con occhi vispi e un sorriso smagliante, uscì in mare come per magia con una fantastica moto ad acqua.
Non potevamo immaginare che lo yacht avesse in dotazione anche la moto…
<<Laura, certo che questo Adrien è un uomo pieno di sorprese!>>
Barbara: <<Nooo anche la moto…Laura sposalo!>>
Laura continuava a ridere, cercando di mascherare l’ emozione.
Adrien la invitò a salire in moto a cavalcare le onde.
Il marinaio si presentò, si chiamava Akim ed era di origine Keniota da parte di padre, la madre era francese. Era difficile dargli un’ età, ma certamente non più di 30 anni, un mix di virilità e colore, il tutto condito da un sensuale accento francese. Si mostrò molto affabile e loquace e ci disse che non appena Adrien e Laura fossero rientrati, ci avrebbe portato lui a fare un giro una alla volta.
Come potevamo non accettare!
Barbara un po’ preoccupata ma con il suo braccialetto contro il mal di mare, chiese ad Akim informazioni sulla moto ad acqua e si raccomandò di andare piano. Sembrava socializzassero molto, parlavano tra di loro ignorando i presenti e addirittura lui si offrì di spalmarle la crema solare sulla schiena.
La cosa strana, conoscendo Barbara, era che non disdegnava assolutamente la sua compagnia e si faceva ungere come se niente fosse.
<<Va già bene che Barbara aveva paura di andare sulla moto ad acqua, Akim le sta facendo fare un giro lunghissimo, l’ avrà portata a Bonifacio>> dissi in tono ironico
Cristina: <<Con un figo del genere andrei ovunque. Hai toccato la sua tartaruga?>>
<<Non ho potuto farne a meno, d’ altronde dovevo ben tenermi a lui…praticamente un pezzo di marmo.>>
Mentre io e Cristina commentavamo divertite, Laura e Adrien erano assorti nei loro discorsi e solo quando feci loro notare che Akim e Barbara non erano ancora
rientrati, si resero conto dell’ ora e Adrien decise, a quel punto, di andare a cercarli; quindi ci spostammo con la barca.
<<State tranquille, Akim è un ottimo marinaio e un buon nuotatore; qualsiasi cosa possa essere successa li troveremo…la vostra amica è in buone mani>> disse Adrien rassicurandoci.
Su questo non c’erano dubbi, soprattutto ripensando alla scena della crema solare.
In questo scenario paradisiaco, con un mare di una limpidezza unica, le rocce di colore rosso e un cielo terso…vedemmo anche due delfini affiorare dall’ acqua, ma di Barbara e Akim nemmeno l’ombra.
Laura: <<Adrien, ma dove possono essere finiti? Saranno passate quasi due ore>>
Adrien:<<Molto strano, potrebbero avere avuto un guasto alla moto, a questo punto avviso la Capitaneria di porto.>>
Un marinaio si avvicinò ad Adrien e in francese stretto gli disse che in zona c’ erano diverse grotte, quasi inaccessibili. Potevano essere finiti lì.
Già immaginavo la scena in cui parlavo al telefono con Vittorio, il marito di Barbara e gli comunicavo che sua moglie era dispersa in mare, nel golfo della Girolata con un giovane ragazzo keniota… come minimo affittava un aereo privato e veniva a cercarla, armato di fucile.
Era quasi tramonto, con Laura e Cristina ci guardavamo senza dire una parola. Bastavano gli sguardi; la nostra preoccupazione aumentava sempre più.
Dopo qualche ora…<<Li hanno trovati!>> esultò felice il marinaio francese.
Giunse Adrien con un’ espressione sollevata e disse: <<La moto ha avuto un guasto al motore, proprio mentre erano all’ interno di una grotta. Li ha recuperati la Capitaneria; ora sono a Porto ad aspettarci.>>
Tirammo un sospiro di sollievo!
Arrivate nel paesino di Porto, Barbara ci aspettava con il giovane Akim… era un po’ provata. Ci abbracciò contenta e raccontò l’accaduto.

<<Ci stavamo divertendo, Akim mi ha fatto vedere dei posti meravigliosi; stava andando tutto bene, sino a quando non si è spento il motore, proprio mentre eravamo all’ interno di una grotta. Senza cellulare e completamente isolati, mi sono detta: è giunta la mia fine. Devo dire però che nonostante fossi spaventata, Akim è riuscito a tranquillizzarmi e talvolta anche a farmi ridere>>
Akim: << Mi è spiaciuto molto, ma sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato in nostro soccorso.>>
Quando restammo solo noi quattro, Cristina esordì dicendo:
<<Certo che tutto questo tempo su una moto, in una grotta…con il Nettuno del Kenya…fosse capitato a me!>>
Dopo quell’ affermazione Barbara abbassò lo sguardo, quasi fosse in imbarazzo.
<<No Cri a me non piace, non è il mio tipo, preferisco gli uomini più maturi…tipo Adrien>> rispose Laura con lo sguardo estasiato ed incredula di poter interessare ad un uomo così.
Per farsi perdonare dell’accaduto, Adrien ci invitò tutti a cena, Akim incluso, in un ristorante di Porto; mangiammo un pesce squisito, con vista sul bellissimo golfo e la Torre Genovese. ****
Andai a fare colazione, mentre le ragazze dormivano beatamente dopo la frenetica giornata in barca.
Quando arrivai nella sala, Jean Francoise mi informò che si era dimenticato di dirmi che, nei giorni precedenti, era passato un ragazzo a cercarmi che parlava inglese. Avevo una mezza idea di chi potesse essere, non conoscendo molte persone in Corsica che parlassero Inglese.
<<Stai attenta allo straniero, fidanzati con un corso, sono gli uomini migliori che puoi trovare!>> disse Jean Francoise. Lui che rappresentava l’ emblema del vero maschio corso.
Jean Francoise:<<Te l’ho detto sposati un corso, vieni qui! Mare, sole e tranquillità.>>
Fosse così semplice, pensai.

In effetti non mi sarebbe dispiaciuto affatto vivere in Corsica, un’ isola con soli 300 mila abitanti e con 1000 chilometri di spiagge, per non parlare delle infinite opportunità di attività sportive, immersioni, rafting, canyoning, paracadutismo, parapendio, mountain bike, equitazione e trekking. Mi venne giusto in mente che dovevo sentire la società che organizzava le escursioni, dovevamo definire quali attività sportive proporre al gruppo.
<<Ciao Vivienne, come stai? Allora tutto pronto per il gruppo? >>
Vivienne: << Ciao Anna, bene grazie, ti stavo chiamando, avevo pensato di inserire anche un trekking, cosa ne pensi?>>
<<Perfetto! Dove?>>
Vivienne:<<Qualcosa di non troppo faticoso, adatto a tutti “Il sentiero dei Doganieri”>>
<<Benissimo, mi hanno detto che è fantastico, prima o poi lo farò anch’ io.>>
Vivienne:<<Se vuoi dopodomani, la nostra guida deve accompagnare un piccolo gruppo. Non sono italiani e non ho idea della nazionalità, ovviamente solo un tratto del sentiero, fattibile in quattro ore circa. Perché non ti unisci anche tu? Così ti rendi conto di cosa si tratta, visto che lo devi vendere ai turisti italiani>>
<<Posso portare tre mie amiche?>>
Vivienne: <<Certo! Fammi sapere allora, bisous!>>
Che bello finalmente potevo fare un trekking tra collina e mare con una guida esperta, non vedevo l’ora di comunicarlo alle “The Best”…questo era il nome che avevamo dato al nostro gruppetto di amiche ai tempi della scuola.
Mentre mi dividevo tra un hotel e l’ altro, tra una guida ed un ristorante, Barbara, Laura e Cristina attendevano alla stazione di Algajola il “Tramway della Balagna”: il modo più autentico e originale per visitare le innumerevoli splendide spiagge della zona.

 

Fulvia Ottonello

Grande appassionata di viaggi! Vive a Genova, da sempre lavora nel settore turistico, dove ha maturato diverse esperienze; dalla Hostess su navi da Crociera in America e Isole dei Caraibi a assistente turistica in Spagna a impiegata in agenzia di viaggio con mansione di vendita e programmazione. Oggi è responsabile di prodotto e contract manager per un Tour Operator genovese sulla destinazione Corsica, isola che conosce e ama da più di 15 anni e che considera la sua seconda casa.

By Fulvia Ottonello

Grande appassionata di viaggi! Vive a Genova, da sempre lavora nel settore turistico, dove ha maturato diverse esperienze; dalla Hostess su navi da Crociera in America e Isole dei Caraibi a assistente turistica in Spagna a impiegata in agenzia di viaggio con mansione di vendita e programmazione. Oggi è responsabile di prodotto e contract manager per un Tour Operator genovese sulla destinazione Corsica, isola che conosce e ama da più di 15 anni e che considera la sua seconda casa.

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