Molto più di una rievocazione storica. Molto più di una messa solenne. La venuta dei Corsi a Roma in occasione della Festa de Noantri a Trastevere, che si ripete ormai da 10 anni grazie alla volontà di Iviu Pasquali e dell’associazione Guardia Corsa Papale, nonché degli italiani Giancarlo Vivani e Stefano Tozzi, consigliere del municipio romano che ospita l’evento, è molto più di tutto ciò. È un incontro tra Corsica e Italia, tra Corsi e italiani, tra le loro lingue e culture.
L’ho potuto testimoniare di persona, avendo seguito in diretta gli eventi del 27 e 28 luglio per Corsica Oggi. Un’occasione carica di ricordi personali, perché Roma era la seconda casa di Paul Colombani, l’amico corso che ha ispirato il progetto di Corsica Oggi, venuto a mancare lo scorso novembre.
Il legame che porta ogni anno le confraternite corse, di Ajaccio e Bastia, nella Basilica di San Grisogono a Trastevere, quartiere romano “dei Corsi”, è antico. La Madonna fiumarola arrivò dal mare alla foce del Tevere nel 1535 – come narra la leggenda – e furono proprio i corsi a portarla a Trastevere, quartiere dove risiedevano da secoli, come altre delegazioni straniere. Trastevere è stato il quartiere dei corsi e qui c’era la basilica della nazione corsa.
L’importanza di questa presenza fu suggellata nel corso del Seicento, con l’istituzione ufficiale della Guardia corsa papale. Una storia di secoli e secoli. Migliaia di còrsi che sono stati al servizio del Papa e della Santa Sede, qui a Roma.
La messa cantata è in lingua corsa, compresi Vangelo e omelia. Un libretto consente ai presenti di seguire il tutto più facilmente, ma è l’intercomprensione corso-italiano a facilitare le cose. Accanto a me una signora romana chiede al marito: “Ma che lingua è?”. “È corso” , risponde lui. “Ah be’, si capisce abbastanza, però…” conclude lei.
Mio figlio di 9 anni ha qualche difficoltà in più nella comprensione orale della parlata corsa, ma aiutandosi col testo del libretto si lancia presto con soddisfazione in una traduzione simultanea.
Persino uno dei sacerdoti, italiano, recita le formule in corsu, pur lasciandosi sfuggire a volte qualche o invece della u finale. Magnifici i canti. Io cantus firmus gregoriano e la polifonia ad accordo del falsobordone diffusa nel cinquecento dagli ordini religiosi. È uno dei tesori della musica liturgica mediterranea.
Dopo la cerimonia, nel cortile dietro la Basilica, l’incontro tra Italiani e Corsi si è fatto più informale e conviviale. Il rinfresco organizzato ha consentito alle persone delle due sponde del Tirreno di conoscersi e parlare, usando corso e italiano per capirsi. “Possu?” mi chiede una signora prendendo una sedia accanto a me. “Certo”, le rispondo. “Anu lasciatu solu u pane” scherza con me un uomo al buffet, dove porchetta romana e vini corsi sono spariti rapidamente.
Parlo con diversi Corsi. Con Iviu Pasquali e Raffaellu Quilici, dell’associazione. Discorro a lungo con il consigliere Tozzi, appassionato di storia e grande conoscitore della Corsica, che porta il riconoscimento delle istituzioni della Capitale (d’Italia e della cristianità) a questo importantissimo evento. Con Giancarlo Vivani, che concretamente ha aiutato i Corsi a far nascere tutto questo, siamo ormai amici. I Corsi cantano ballate tipiche, suonano allegri chitarre e violoncelli. È festa vera.
L’indomani, domenica 28, la Madonna fiumarola come per magia ricompare in processione dalle acque del Tevere. Dopo un lungo percorso sul fiume, al tramonto , viene riportata in chiesa. Un’atmosfera affascinante nella splendida cornice della Città Eterna.
Vivere tutto questo mi emoziona. Perché è un legame che viene da un lontano passato che riesce a rivivere oggi, creando un legame culturale e sociale tra Corsica e Italia nel presente. E, speriamo, anche nel futuro.
Giorgio Cantoni
Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.