Consapevole delle critiche che susciterà, il presidente dell’esecutivo Gilles Simeoni ha presentato giovedì 9 marzo il bilancio 2023. Si tratta di 1,4 miliardi di euro, di cui 370 milioni di investimenti. L’esecutivo prevede un prestito di 100 milioni, nonostante un debito che si avvicina al miliardo di euro.
“Non vedo i segnali annunciati di un cambiamento”.
Tanto basta per sollevare interrogativi, e persino critiche, sui banchi dell’opposizione. A cominciare da Josepha Giacometti-Piredda. La rappresentante di Corsica Libera all’Assemblea della Corsica ha espresso i suoi dubbi. “Quando ero con altri, seduti su altri banchi, ho pensato in particolare di ricorrere al prestito, se questo doveva rispondere a obiettivi politici e se era ragionato”, indica.
Paul-Félix Benedetti, da parte sua, non si sbilancia. “Non vedo i segnali annunciati di un cambiamento nella politica territoriale, di una volontà sociale di armonizzare uomini e donne e territori”, afferma il presidente del gruppo Core in Fronte.
“Costruire un Paese
Per Jean-Christophe Angelini, il bilancio non è all’altezza della sfida, soprattutto per quanto riguarda la sfida migratoria che la Corsica deve affrontare. “Lei è responsabile di una delle regioni europee in cui i cambiamenti demografici sono più brutali. Nel 2002, eravamo 245.000 o 250.000, nel 2022 o 2023 saremo 345.000. Questo bilancio non è quello giusto. Siamo davvero in una situazione in cui può aiutarci a correggere, non al margine, ma fondamentalmente la traiettoria?
Domande alle quali il presidente dell’Esecutivo cerca di dare una risposta. “La traiettoria, abbiamo un margine di manovra limitato, ma questo bilancio non è un bilancio nazionalista, solo un bilancio che mira effettivamente a costruire un Paese”.
Spostamento delle tasse
A destra si ritiene che sia necessaria una competenza finanziaria nella prospettiva di possibili cambiamenti istituzionali, come spiega il co-presidente del gruppo Un Soffiu Novu Jean-Martin Mondoloni. “Non cadremo nella trappola di far pensare e introdurre nella mente della gente, come state iniziando a fare con un po’ di musica di sottofondo, che l’unica via d’uscita da quello che stiamo vivendo sarebbe il trasferimento della tassazione. Ve lo diciamo, ve lo ripetiamo, vogliamo le simulazioni.
Luigi Pozzo di Borgo, presidente della Commissione Finanze, ha risposto. “Quello che vogliamo dimostrare è che con un perimetro costante, questo bilancio non potrà andare avanti, in ogni caso, non con il perimetro che abbiamo oggi. Dovremo necessariamente fare scelte dolorose nella nostra azione, non lo vogliamo. Noi diciamo che questo processo, che vogliamo sia storico, deve permetterci di avere un trasferimento della tassazione in modo da poter essere padroni delle nostre entrate, ma anche del modo in cui le utilizzeremo.
Tutti i gruppi di opposizione hanno votato contro il bilancio. Solo Fà Populu Inseme ha votato a favore.
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Copertina da pexels – Fonte: FR3 Corse ViaStella