La corsa per diventare capitale europea della cultura 2028 è lanciata. Questo grande evento annuale, iniziato in Grecia nel 1985, si svolgerà in Francia tra sei anni. Alcune città si sono dichiarate ufficialmente candidate per ricevere quel titolo di “capitale”, sinonimo di numerosi eventi, operazione culturale e soprattutto di ricadute economiche importante. Nel caso di Genova, per esempio, sono state osservate 220 milioni di ricadute economiche per un investimento di 33,2 milioni di euro. Diventare capitale europea della cultura può dare un vero e proprio colpo di acceleratore a uno sviluppo che porta benefizi per molti anni da seguire. E così che, insieme a grande città storiche come Nizza, Bourges, Rouen o ancora Amiens si avanza la candidatura di Bastia. La piccola città còrsa può sembrare angusta in mezzo a quelle metropoli conosciute nel mondo intero per la loro architettura, però Bastia è una città che sa da dove viene e dove va. Da molto tempo si posiziona come il polmone della cultura còrsa. Politiche sociale, culturale, turistiche condotte da decenni hanno poco a poco dato alla città una legittimità che non si discuta in Corsica.
Ma perché scegliere Bastia a livello europeo? Sul sito ufficiale del progetto (bastiacorsica2028.eu), gli organizzatori condividono qualche parola per esaltare la forza della città. Una singolarità che conoscono tutti quelli che hanno preso il tempo di camminare nella città vecchia, di entrare in una qualsiasi chiesa, di tendere l’orecchio verso le panchine della piazza del mercato per sentire discussioni in una lingua còrsa così speciale (molto accentuata sulla R moscia, ciò che è a volte un motivo di scherzo altrove sull’isola. NDR). Gli organizzatori ci parlano di quelle bellezze, specificità costruite intorno alla posizione centrale della Corsica nel Mediterraneo. Bastia è una città rimasta autentica, viva, marcata come poche altre da suo legame con la penisola. Quella “antica città genovese” è un posto dove tutto, dalla politica al calcio passando per i semplici scambi orali sono intrisi di passione.
Fare di Bastia quella città che magari diventerà la punta di diamante della cultura nel 2028 è la missione condotta da Pierre Lungheretti e Muriel Peretti intorno a un’associazione dedicata. In un articolo pubblicato da Corse Matin, apprendiamo di più sul progetto e queste due persone che lo stano portando avanti. Pierre Lungheretti è il commissario generale del progetto. Sua grandissima esperienza nell’ambito della cultura al livello nazionale è una risorsa preziosa: attualmente direttore delegato del Teatro Nazionale di Chaillot, è stato tra l’altro direttore di gabinetto del ministro Mitterand (2009-2012) e ha lavorato per tre anni presso la ministra della cultura d’Albania. Da parte sua, Muriel Peretti è il capo del progetto. Lavora oggi presso l’ambasciata di Francia in Italia, dopo partecipazioni notevoli presso l’etichetta musicale Milan Records e l’organizzazione per tre anni del festival Roma Europa. Insomma, la candidatura di Bastia come capitale europea della cultura 2028 è in buone mani.
Ora il binomio deve costituire un progetto che deve essere pronto per la fine dell’anno. E la prima tappa che verrà una giuria europea e indipendente a fare una prima selezione con quattro delle numerose città in corsa. A questo punto, Lungheretti e Peretti dichiarano a Corse Matin che stanno entrando “in contatto con moltissimi attori culturali ma anche dell’ambiente e dell’azione sociale”. Se è Bastia a essere il centro del progetto, il binomio intende portare la dinamica nell’intera Corsica. “È fondamentale che questo progetto sia condotto nel quadro di un programma di sviluppo territoriale globale, dove la cultura è un motore e un catalizzatore”, dice Pierre Lungheretti, aggiungendo che la cultura rende possibile “la coesione sociale, l’emancipazione, la conoscenza, lo sviluppo economiche per via della cultura e non solo col turismo”.
Al di là della possibile nomina di Bastia come capitale europea della cultura 2028, il progetto vuole in ogni caso partecipare allo sviluppo della Corsica, iscrivendo la sua azione a lungo termine. “E’ un progetto di metamorfosi, di evoluzione intorno preoccupazioni attuali come la biodiversità, l’inclusione o ancora l’innovazione sociale” dichiara Pierre Lungheretti che vuole trovare un modo di fare avanzare la Corsica sul cammino giusto, senza negare la sua specificità. Gli organizzatori sperano di poter accogliere il massimo di partecipanti per portare avanti il progetto, veterani della cultura così come personalità emergenti. Cercano anche di puntare sulla gioventù, la ruralità, e provare con il progetto Bastia 2028 di allargare il prisma della cultura sull’isola, ancora segno di inegualità sociale secondo l’età o il luogo dove si vive. “Lo scopo è di favorire l’accesso alla cultura per i giovanili. Tanto più che per quanto riguarda l’educazione, il mondo rurale è svantaggiato rispetto all’urbano, che dispone di più ampie infrastrutture” dice Muriel Peretti.
Per stimolare il progetto Bastia 2028, Muriel Peretti e Pierre Lungheretti lanciano una fabbrica di progetti. Saranno proposti cinque laboratori su cinque tematiche intorno al patrimonio naturale, la creazione artistica, la cultura e l’inclusione sociale. Si potrà, per esempio “mettere in discussione come il patrimonio condivide con il plurilinguismo e, a partire da quelle riflessioni, sviluppare un vero programma di azione che sarà l’ossatura della nostre candidatura” precisa Pierre Lungheretti. Per Muriel Peretti, non bisogna “escludere nessuno” e appoggiarsi su tutte le forze vive dell’isola, ma anche lavorare con i còrsi della diaspora. Per il binomio, non c’è dubbio sulle forze di Bastia e sua capacità a ottenere questo titolo di capitale europea della cultura 2028: “siamo convinti che la specificità del nostro patrimonio in termini di cultura e di creazione è un vero vantaggio. Insieme al plurilinguismo e quella posizione geografica strategica della Corsica nel Mediterraneo”.
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Fonti: Corse Matin, Sito ufficiale del progetto
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.