A Barcellona una grande manifestazione di catalani (e non solo) che vogliono restare uniti alla Spagna

“Basta, recuperiamo il buon senso”: con questo slogan pronunciato in coro, migliaia di persone stanno sfilando per le strade di Barcellona contro l’indipendenza. Sono la “maggioranza silenziosa”, i catalani e gli spagnoli che si oppongono all’indipendenza della Comunità autonoma. E che si considerano “quelli che non hanno avuto voce in capitolo” da quando le autorità indipendentiste hanno organizzato lo scrutinio di domenica scorsa.

Secondo i sondaggi (rispecchiati dal voto politico del 2016) infatti, se la maggioranza dei catalani reclamasse un referendum regolare, un po’ più della metà voterebbe contro l’indipendenza della regione.

Ieri, per le stesse strade hanno sfilato gli indipendentisti, chiedono dialogo per affrontare la situazione in Catalogna. Fra due giorni il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, pronuncerà nel Parlament un discorso sulla “situazione politica attuale” con la dichiarazione di indipendenza sul tavolo.

La marcia di oggi è organizzata dalla Società civile catalana (Scc), la piattaforma contro l’independenza, e hanno risposto in tanti. È appoggiata da Pp e Ciudadanos. Il Psc (Partito Socialista della Catalogna) non si è unito, ma ha spronato i suoi militanti a partecipare.

In prima fila il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo, il ministro della sanità di Madrid Dolors Montserrat, il Nobel di letteratura Mario Vargas Llosa, che si è pronunciato più volte contro l’indipendenza, l’ex-presidente spagnolo dell’Europarlamento Josep Borell. Dietro diversi esponenti politici spagnoli, fra cui la presidente Pp della regione di Madrid Cristina Cifuentes, il presidente di Ciudadanos Albert Rivera e il dirigente del Pp catalano Xavier Albiol.

Madrid intanto rifiuta di intavolare qualsiasi dialogo, e la sospensione dello statuto d’autonomia, lo scioglimento del parlamento catalano e l’arresto di Puigdemont sono opzioni molto concrete.

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