di Jean-Dominique Beretti
BILINGUISMO CORSO-ITALIANO IN TEMPO DI GUERRA
Tra le riviste del periodo che ha preceduto la prima guerra mondiale il caso ci ha consentito di rinvenire taccuini con l’intestazione seguente:
L’ARTIGIANO LUNARIO CORSO POPOLARE
Per l’anno 1917
ARRICCHITO di POESIE INEDITE PROVERBI E VARIE CANZONETTE POPOLARI
La struttura è quella dell’almanacco. I due numeri che abbiamo potuto consultare presentano vari punti d’interesse. La volontà degli autori dimostra un vero bilinguismo corso-italiano. In piena guerra l’argomento patriottico e militante è ricorrente.
Come per ogni almanacco viene indicato il tempo: « L’anno 1917 dell’era Cristiana corrisponde all’anno 6630 del periodo giuliano » . Si tenta anche una proiezione nel futuro:
« Pronostico dell’anno 1917 : Quest’anno procederà piuttosto bene perchè i prodotti delle campagne… » .
L’analisi può far sorridere quando si sa che l’anno 1917 fu un anno di crisi a tutti i livelli…
Le poesie hanno un rapporto con la guerra. Si denunciano gli «imboscati » :
« Un bulia più parlà di l’imbuscati
Ma so peghiu che i brughi ind’a castagna ;
Di l’ermata francese so a macagna »1
Ovviamente si deplorano le vittime :
« Si ben grande dev’essere l’affanno
Che il tuo cuore deve provar
Per i tanti tuoi figli che vanno
Il loro sangue più puro a versare »2
Nel Cantu di guerra Corsu – JP Lucciardi chiama i connazionali a non abbassare la guardia :
Aiò , Corsi ! lu cornu sfiammazza
E ribomba per ogni cuntrata :
Cispra cinta e cherchera imbuffata
Currimu prestu tutti a la guerra.
Un’altra poesia anonima interpella i soldati:
« Visez bien chaque fois, lampate u prussianu,
I vostri colpi tutti doivent toujours porter… »
Nella poesia Chi pensu ? Pincu si lamenta :
« Pensu a l’orride nottate
Pensu a l’umide trinciere !.. »
In una poesia anonima viene bollato Guglielmo II al quale si chiede di rendere conto della carneficina:
Guglielmacciu l’assassinu,
Chi la causa principale
Si di stu carneficinu
Dimi cosa conti avale ?…
Ma è anche opera da giornalista. L’italiano viene scelto per dar notizie della guerra :
« Milizie germano-austriache : La Germania e l’Austria hanno ordinato la mobilizazione dei ragazzi dai 15 ai 16 anni.. »
La carestia viene descritta con umorismo :
« L’assoluta deficienza di porci e di altri animali, che sono tutti al campo , ha imposto ai germani il più doloroso dei sacrifizi : la rinunzia alla salsiccia. Un germano privo di salsiccia non è più germano …Le suddite dell’impero hanno dichiarato di non potere tirare innanzi senza salsiccia »
Hanno partecipato noti autori della letteratura còrsa: Pincu, Antoine- Marc Peretti, sindaco di Pianello,3 ma anche GP Lucciardi, « creatore del dramma còrso »,4 che ha fatto il suo debutto in questa rivista. Il più notevole tuttavia sembra essere stato Vattelapesca . Il bilinguismo per lui era importante ed ha compilato un glossario còrso-italiano. A detta di Ivia Croce, si tratta dello scrittore còrso di lingua italiana più rilevante dell’Ottocento. Si chiamava Pierre-Mathieu Lucciana ed era professore al Liceo di Bastia. Noto per la sua pittura del costume bastiese è stato detto di lui che l’Italia era la sua patria spirituale. Nel 1887 sono stati pubblicati « Versi italiani e corsi ».
Ecco IL RE, un esempio, di poesia bilingue còrsa e italiana di P. Vattelapesca…
Una volta c’era un re
Con tre belli figliuoli…
Ma ci sono altre tematiche come questa poesa sugli artisti di A. Tiziu
Grande , seccu e sui sessanta
Sempre drittu cume un I
Ha la barba tutta quanta
Ride sempre, si pò di.
O ancora U zappaghiolu di P.Vattelapesca, oppure un vocero
« Per Larione abbate morto in Balagna » – Vocero di una Donna di Niolo.
E Il maire Pastore poesia del dotto Prete Guglielmu…
1 I spilati – JP Lucciardi
2 La guerra del 14-15 – Dialogo fra Marte, dio della guerra e Cirno, o sia la Corsica. Firmato Pascone .
3 Anthologie des écrivains corses – Ivia Croce volume IV
4 Idem