Acque sarde cedute alla Francia, pescatori minacciano blocco Bocche di Bonifacio

By Redazione Mar 1, 2016 #pesca #politica #sardegna

Mauro Pili , parlamentare sardo a capo della lista regionalista “Unidos” nel parlamento italiano, qualche settimana fa denunciava: «I mari a nord della Sardegna diventano francesi. Con un blitz senza precedenti il governo Renzi ha ceduto alla Francia le acque più pescose al Nord della Sardegna. Un’operazione scattata nei giorni scorsi quando un peschereccio sardo una volta lasciato il porto di Alghero e raggiunte le tradizionali aeree di pesca al nord dell’Isola si è sentito intimare dalle autorità francesi lo stop immediato. Il messaggio è stato chiaro: fermatevi state entrando in acque nazionali francesi in base all’accordo internazionale sottoscritto dal governo italiano da quello francese. Le autorità francesi non ci hanno pensato due volte a fermare l’imbarcazione sarda. È solo così che tra si è scoperto che con un accordo internazionale siglato dal ministro degli esteri francese Fabius e da quello italiano Gentiloni erano state cedute porzioni infinite di mare alla Francia, guarda caso quelle aree notoriamente più pescose e battute dalle imbarcazioni della flotta sarda».

mare-italia-francia-ape10

In realtà il trattato era stato “scoperto” già a gennaio, quando un analogo episodio aveva interessato il peschereccio ligure “Mina”, abbordato e sequestrato dalla Gendarmeria marittima di Nizza, come avevamo raccontato su Corsica Oggi.

Non si può parlare certo di “blitz” perché il trattato non è stato concepito e firmato in breve tempo, ma ha avuto anzi una gestazione di ben 9 anni, dato che le trattative sono iniziate nel 2006 e si sono concluse con la firma a Caen il 21 marzo 2015. Certo è invece che la modifica dei confini non è stata resa nota né alle associazioni dei pescatori, direttamente interessate, né ai politici locali, come ad esempio i presidenti della regione Liguria e della regione Sardegna. Ed è anche certo che il trattato è stato già ratificato da parte francese ma non da parte italiana, e quindi ufficialmente non è ancora in vigore.

Dalla rivista italiana "Limes"
Dalla rivista italiana di geopolitica “Limes”

Un trattato che a molti – tra cui la parlamentare europea italiana Renata Briano – appare squilibrato a favore della Francia, e di cui non si conoscono ancora bene i vantaggi per l’Italia. La motivazione ufficiale della firma è stato il fatto che mancavano dei confini ufficiali tra le acque dei due Paesi, definiti solo sulla base di un accordo sulla pesca del 1892. Ma cosa abbia spinto l’Italia ha rinunciare a porzioni di mare particolarmente pescose non è ancora chiaro. Il sito ecologista italiano Greenreport.it sostiene che la cessione alla Francia di porzioni di acque italiane compensano l’ampliamento dei confini italiani nel canale di Corsica, stabilito nell’accordo con la ministra dell’ambiente Sègolène Royal per proteggere le coste e l’ambiente marino. Ma resta da capire come sono state scelte le porzioni cedute alla Francia, che potranno dunque essere sfruttare dai pescatori Corsi.
Inoltre il trattato riguarda in realtà non solo la pesca, ma anche lo sfruttamento di eventuali giacimenti sottomarini di idrocarburi o di altre risorse naturali, il che non è un fatto di poco conto.

Mentre in Italia si eleva a livello nazionale la voce di chi chiede che il trattato non venga ratificato, Pili incontra le associazioni dei pescatori sarde e lamenta: «Le marinerie da Alghero a Golfo Aranci hanno sempre utilizzato quelle aree a mare senza alcun limite. Ora su quel versante il limite della Corsica passa dalle 12 miglia ad oltre le 40 miglia. Un’operazione gravissima – ha detto Pili – sia sul piano economico che giuridica. L’alt della Guardia Costiera francese alle imbarcazioni sarde è un atto grave e senza precedenti che deve essere immediatamente risolto con la revoca di quell’accordo bilaterale Italia e Francia del 21 marzo 2015 dove sono stati rivisti i confini marittimi delle due nazioni. È un accordo che non ha nessun valore proprio perché non è stato ancora ratificato dal Parlamento italiano. È fin troppo evidente che il governo nel corso del negoziato l’Italia ha accettato la cessione di alcune importantissime zone di mare a nord ovest e a nord est della Sardegna. Un danno immenso per le marinerie sarde che risulta incomprensibile e inaccettabile. Il governo deve immediatamente intervenire presso le autorità francesi per far dismettere questo tipo di azioni di blocco delle imbarcazioni sarde».

Se da un lato il dibattito viene strumentalizzato dalla battaglia politica italiana, dall’altro va rilevato che le voci contro il trattato si solo levate anche da esponenti del Partito Democratico, il partito attualmente al governo in Italia.

Mentre si attendono azioni da parte della politica, i pescatori sardi stanno portando avanti autonomamente la propria protesta, supportati dallo stesso Pili. Venerdì 26 Una decina di pescherecci, partiti da Santa Teresa Gallura, si sono posizionati al limite delle acque territoriali, a 12 miglia nautiche dalla costa, nelle Bocche di Bonifacio, per una manifestazione a cui ha partecupato anche anche il deputato di Unidos. Tra due imbarcazioni è stato issato uno striscione con la scritta “Giù le mani dai confini”.
Dalle barche uno dei pescatori ha urlato tutta la sua rabbia: “Come fate a prendere queste decisioni sulla nostra pelle? Rivogliamo il nostro mare subito senza questa questione del diritto di pesca. Vogliamo che la situazione ritorni come prima”. La richiesta è “la revoca immediata del provvedimento o si arriverà al blocco delle Bocche di Bonifacio“, annuncia Pili.

Cessione mare alla Francia: mobilitazione pescherecci sardi

 

Certo, non un buon inizio per i rinnovati rapporti tra Corsica e Sardegna, che a metà febbraio con l’incontro tra Simeoni e Pìgliaru avevano stretto accordi per collaborazioni sempre più strette e che ora si trovano contrapposte per una vicenda di confini che riguarda decisioni prese a livello nazionale.

————-
Fonti: Sardegnadies – Il fatto QuotidianoANSA.it – Greenreport.it – LaStampa.it

Related Post

3 thoughts on “Acque sarde cedute alla Francia, pescatori minacciano blocco Bocche di Bonifacio”
  1. be, effettivamente a me pare una “minchiata” da parte del nostro governo, e poi mi domando, se non vi sono più confini nell’europa unita, ognuno non può pescare dove vuole?

  2. Ribadisco le mie perplessità già espresse nelle situazioni analoghe in Liguria un mese fa circa.Cosa ci sia dietro queste decisioni così gravi non ci è dato sapere ed è molto strano che non se ne parli e che nessuno sia informato.Cosa abbia spinto Renzi e alcuni suoi collaboratori a certe scelte è bene che lo spieghino subito al paese.Sorvoliamo sulla solerzia della polizia francese,preferisco non esprimermi.

  3. La ragione si Chiama probabilmente : “Trivellazione” in cerca di Gas Metano ,Petrolio o Altro.
    Occorre vigilare

Comments are closed.